Caro bollette, casa rifugio per donne rischia chiusura dopo 30 anni. «Ci hanno chiesto 10mila euro per il riscaldamento»

Stavolta l'allarme arriva da Torino, dove oltre trent'anni fa è nata l'associazione «Crescere Insieme»

Caro bollette, casa rifugio per donne rischia chiusura dopo 30 anni, l'appello: «Siamo in gravi difficoltà»
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Giovedì 27 Ottobre 2022, 18:47 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 16:05

Una casa rifugio di Torino, per donne vittime di abusi e violenze rischi di dover ciudere a causa dell'aumento dei costi energetici. Il caro bollette degli ultimi mesi purtroppo non ha fatto distinzioni di classe, colpendo anche e soprattutto le classi più disagiate o realtà sociali che faticano normalmente a sopravvivere. 

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Stavolta l'allarme arriva da Torino, dove oltre trent'anni fa è nata l'associazione «Crescere Insieme» che oggi teme per il proprio futuro: «Il preventivo del teleriscaldamento per i prossimi mesi sfiora i 10 mila euro.

Siamo in grossa difficoltà e non riusciamo ad affrontare una spesa così alta. Dovremo andarcene», spiega la presidente Mirella Miroglio. Tante le attività messe in campo dall'associazione, a supporto delle esigenze e delle necessità dei torinesi: dall'accoglienza di mamme con bambini, nuclei in difficoltà abitativa ed economica, fino alla distribuzione di migliaia di pacchi alimentari alle famiglie più indigenti del quartiere. 

Miroglio, nel mostrare le bollette, non nasconde preoccupazione: «Attualmente ospitiamo un solo nucleo», racconta «perché non vogliamo tenere i bambini al freddo. L'Iren ci ha fatto un preventivo di 8 mila euro al mese per il teleriscaldamento, arrivando fino a 10 mila euro per il servizio tempo-continuato, indispensabile rispetto all'accoglienza che svolgiamo».

«Abbiamo provato a fare una raccolta fondi sulle piattaforme ma non abbiamo avuto molti riscontri e non ce la sentiamo di chiedere denaro alle famiglie del quartiere», spiega la presidente. All'appello di Miroglio si unisce quello di Tatiana Filoni, una ex ospite della struttura, arrivata qui a soli 10 anni e che oggi, nonostante si sia lasciata alle spalle un passato difficile, continua a frequentare la struttura come volontaria: «Siamo una famiglia», dice «se chiudesse sarebbe un problema per molte persone in difficoltà perché non saprebbero più dove andare».

«L'aumento per noi è insostenibile», aggiunge ancora la presidente «siamo passati dallo scorso anno, quando pagavamo 1.500 euro al mese, che per noi era già una cifra pesante, ad aprile con una fattura di 3.400 euro. Non siamo mai stati mal pagatori ma di fronte a questo preventivo siamo in seria difficoltà».

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