Coro bollette, il “Caffè Roma” di Ancona chiude dopo 22 anni: «Costi triplicati, è peggio del Covid»

I titolari: "siamo arrivati a pagare, per i tre locali che abbiamo in gestione, circa 30mila euro mensili"

Ancona, lo storico Caffè Roma si arrende dopo 22 anni: «Bollette e costi di gestione insostenibili»
di Federica Serfilippi
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Martedì 30 Agosto 2022, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 13:17

ANCONA - «I costi di gestione sono diventati insostenibili. Dopo 22 anni di attività chiudiamo. E probabilmente non saremo i primi a farlo». Cala il sipario sul Caffè Roma di Ancona, bar all’angolo tra corso Mazzini e piazza Roma, gestito dalla famiglia Avello e diventato punto di riferimento per gli anconetani. La chiusura è prevista per settembre, ma non c’è ancora un data precisa. Il motivo che ha portato a una decisione così sofferta? I costi di gestione del locale. «Non solo le bollette, che sono aumentate dalla fine del 2021 con il raddoppio delle spese per la corrente - sottolinea il titolare Antonio Avello - ma anche il contratto d’affitto in scadenza. Non possiamo permetterci di comprare il bar. Che avremmo dovuto fare? Alla fine vince sempre il denaro, andare avanti in queste condizioni è impossibile. I costi sono diventati insostenibili per tutti. I rincari si vedono ovunque, dalle bollette all’acquisto delle materie prime: il prezzo del latte è quadruplicato nel giro di pochi mesi, così come quello dei prodotti da forno. Questa situazione è la mazzata finale dopo il periodo del Covid».

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«Il caro bollette è peggio della pandemia»

Il salasso «Il Covid? La situazione che stiamo vivendo ora a causa dei rincari è di gran lunga più drammatica del periodo pandemico» sentenzia Simone Boari di Rosa Food. «Da almeno due mesi i valori delle bollette dell’energia sono triplicati: siamo arrivati a pagare, per i tre locali che abbiamo in gestione, circa 30mila euro mensili.

Al momento non sappiamo proprio cosa fare, se non dovessero esserci cambiamenti potremmo ridurre gli orari di lavoro, pensare alla cassa integrazione per la metà dei dipendenti e a come ridurre i consumi. Il governo è completamente assente e ciò ci demoralizza, ci sentiamo soli e impotenti. Ad oggi, non sembrano esserci vie d’uscita». Infine, un appello al Comune per mettere da parte il vincolo della Sovrintendenza legato alla Fontana del Calamo: «Chiediamo all’amministrazione di mettersi una mano sulla coscienza e consentire ai locali di corso Mazzini di poter lavorare con i dehors anche in inverno. Perché ora, siamo in emergenza più di prima».

«Le bollette della luce? I costi sono triplicati, passando da 800 a circa 3mila euro al mese - sottolinea Corrado Bilò de La Moretta -. In pratica, è come se pagassi un dipendente in più. Valuteremo come ridurre i costi di gestione e i consumi, eliminando luci di cui si può fare a meno e riducendo i fuochi in cucina. Diminuire i giorni di lavoro? Ora siamo ancora nel pieno della stagione estiva, aspettiamo di vedere come sarà il giro d’affari in autunno. Se dovesse rallentare, allora valuterò se chiudere un giorno in più alla settimana». «È dalla fine dell’anno che sono aumentate le bollette - dice Mauro Ugolini di ANburger - ma abbiamo deciso di non alzare i prezzi, anzi il caro energia è uno stimolo in più a trovare nuovi clienti. Quello che arriva pago e vado avanti con il lavoro».

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