Bimbo di 8 anni ucciso di botte dal patrigno: anche la madre finisce in carcere

Bimbo di 8 anni ucciso di botte dal patrigno: anche la madre finisce in carcere
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Giovedì 11 Aprile 2019, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 16:10

È finita in carcere la 31enne Valentina Casa, madre del piccolo di 8 anni ucciso a Cardito (Napoli) il 27 gennaio scorso dal patrigno 24enne Tony Sessoubti Badre, arrestato dopo il fatto e tuttora detenuto. Lo ha ordinato il Gip del Tribunale di Napoli Nord che ha contestato alla donna, come sostenuto dagli inquirenti della Procura diretta da Francesco Greco, l'omicidio aggravato per la morte del bimbo e il tentato omicidio della sorellina, che fu picchiata violentemente da Badre ma riuscì miracolosamente a salvarsi, finendo in ospedale in gravi condizioni. 

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Per il Gip la donna non solo sarebbe rimasta inerte durante il pestaggio, pur avendo il dovere di intervenire a protezione dei figli, ma invece di chiamare i soccorsi si sarebbe prodigata a cancellare le tracce del reato. Il 24enne - è emerso dalle indagini - avrebbe perso la testa perché i bambini avrebbero rotto la sponda del letto comprato da poco. Ad eseguire il provvedimento stamani sono stati gli uomini della Polizia di Stato (Squadra Mobile di Napoli e Commissariato di Afragola). Già immediatamente dopo la drammatica vicenda, la Procura di Napoli Nord aveva svolto accertamenti sulla donna, non credendo alla versione che lei aveva fornito inizialmente.

Agli inquirenti la 31enne aveva infatti detto di essere rimasta in una sorta di blocco psico-fisico che le aveva impedito di fermare il compagno che pestava i figli; dopo il fatto Valentina si era rifugiata dai parenti a Massa Lubrense, comune della penisola sorrentina di cui è originaria. Ma per la Procura la 31enne non era affatto incolpevole, anzi, proprio la sua inerzia avrebbe contribuito all'efferato delitto commesso dal compagno; le sue responsabilità sarebbero inoltre emerse anche dopo le violenze, quando avrebbe aiutato Badre a pulire la casa, per depistare le forze dell'ordine. Determinanti anche i referti stilati dai medici del Santobono, ospedale in cui era finita la piccola. 

 


Gli inquirenti sono andati poi oltre, scoprendo, grazie alla testimonianze di parenti e conoscenti e degli insegnanti della scuola frequentata dal piccolo e dalla sorella, le violenze e i maltrattamenti subiti ad opera dei genitori dai due bambini. Spesso sul volto dei piccoli sono stati notati, anche a scuola, ecchimosi e varie contusioni; è inoltre emerso che i due bimbi erano abbandonati a sé stessi dalla madre e dal compagno e non potevano giocare con i coetanei nel cortile di casa. Il fatto, lo scorso 27 gennaio, sconvolse la comunità di Cardito e l'opinione pubblica. Badre e la moglie, dopo il pestaggio mortale, affermarono anche di aver sottovalutato la portata delle ferite inferte ai bimbi, e di essersi recati in farmacia a comprare una pomata per curare le lesioni.  

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