Novara, bimbo di due anni muore in ospedale: si indaga sulle cause, sentiti i genitori

Novara, bimbo di due anni muore in ospedale: si indaga sulle cause, sentiti i genitori
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Giovedì 23 Maggio 2019, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 20:34

La telefonata per chiedere l'intervento del 118 è arrivata a metà mattina. «Venite, fate presto, mio figlio sta male», le parole pronunciate alla cornetta da una voce concitata. I soccorsi sono stati immediati, ma per il bambino - due anni ancora da compiere - non c'è stato nulla da fare: è morto al suo arrivo all'ospedale Maggiore di Novara. Ed ora gli investigatori della polizia, coordinati dalla procura, vogliono vederci chiaro: hanno acquisito le cartelle cliniche, in attesa degli esiti dell'autopsia, per capire in quali condizioni fosse il piccolo quando sono stati chiamati i soccorsi. 

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In casa, col bimbo, c'erano la madre e il suo compagno. Accompagnati in procura per essere ascoltati, avrebbero parlato di una caduta accidentale dal lettino, una versione ora al vaglio degli inquirenti, che sulla vicenda mantengono il massimo riserbo. Nessuna ipotesi viene esclusa, al momento, sulla morte del bambino, residente con la famiglia nel popolare quartiere novarese di Sant'Agabio. I soccorritori, quando sono arrivati nell'abitazione, hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma le sue condizioni sono apparse da subito molto critiche.

Quando è giunto in Rianimazione, era già morto. Il bimbo morto aveva pressappoco la stessa età di Mehmed, ucciso ieri a Milano da Aljica Hrustic, il padre 25enne di origini croate. «L'ho picchiato, poi l'ho visto morto, non credevo che l'avrei ucciso», ha confessato nell'interrogatorio davanti al pm Giovanna Cavalleri l'uomo, che ha anche ammesso di aver fatto uso di droga prima di colpire il bambino. Il magistrato ha chiesto la convalida del suo fermo, effettuato dopo una fuga di qualche ora con gli altri figli; il gip, Valerio Natale, deciderà sulla misura cautelare in carcere dopo l'interrogatorio. Era stato lo stesso 25enne a chiamare il 112 un paio d'ore dopo l'omicidio, intorno alle 5 del mattino.

«C'è un bambino che non respira più - ha detto al telefono con la polizia - venite in via Ricciarelli 22», una zona di Milano con tante case popolari, dove molti sono gli alloggi occupati, spesso da rom con tanti figli. Qui, domani sera, alcuni abitanti hanno organizzato una fiaccolata per il piccolo, ma in generale «per la tutela dei minori». «È un modo per sensibilizzare le istituzioni ma anche i rom. Spero vengano anche loro», dicono gli organizzatori della manifestazione

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