Fermo, scuolabus fa retromarcia e investe bimbo: morto a 18 mesi per seguire la sorellina. L'azienda dei trasporti: «Addolorati»

A ricostruire la dinamica dell'incidente sono i carabinieri di Porto Sant'Elpidio

Fermo, bimbo morto investito dallo scuolabus sul quale era salita la sorellina
di Domenico Ciarrocchi e Pierpaolo Pierleoni
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Lunedì 6 Marzo 2023, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 07:22

La tragedia a Sant'Elpidio a Mare si consuma in pochi secondi, così rapida da lasciare increduli. Si compie senza un lamento, con un corpicino che resta straziato dagli pneumatici dello scuolabus. Non lascia campo ad alcuna speranza, nessuna possibilità ai soccorsi, che pure arrivano rapidi, a sirene spiegate, ma quando ormai la vita di Jaghunar Singh è già volata via. Muore sul colpo, a 18 mesi, il piccolo nato in Italia da una famiglia di origini indiane, che da anni risiede a Casette d’Ete, nel Fermano, terra di calzature di qualità, di lavoro e integrazione. Muore a due passi da casa sua, in via Pisanelli, a pochi metri dalla madre, che assiste all’orrore, grida, si strazia, quando l’irreparabile è già avvenuto. 

 

L’INVESTIMENTO
Accade tutto pochi minuti dopo le 8. Una mattina normale, la routine di ogni giorno. Lo scuolabus che percorre la via a senso unico, a due passi dal centro abitato di Casette d’Ete, si ferma per raccogliere i bambini da accompagnare alla scuola dell’infanzia. L’ultima sosta è per caricare la sorellina maggiore del piccolo. La bimba saluta, sale sul pulmino, la mamma fa qualche passo per accompagnarla. Il fratellino è all’interno del giardinetto di casa, delimitato da un cancelletto. 


IL CANCELLETTO
Non è chiaro cosa accada in quei pochi secondi. Jaghunar, che a 18 mesi un po’ cammina eretto e un po’ si aiuta con le mani, esce in strada, muove alcuni passi verso il bus giallo. Forse vuole salutare la sorella, forse ha perso per un attimo di vista la madre e la sta cercando. Difficile da capire, non ci sono testimoni oculari. Ma si avvicina al mezzo, forse gattona sotto il veicolo, proprio prima che il pulmino riprenda la marcia. Finisce sotto la ruota. L’autista sente di aver urtato qualcosa, come un dosso. Si ferma dopo pochi metri. È già tardi. Il corpicino del bimbo è esanime. 


Le lesioni alla testa sono troppo gravi.

Si precipitano sul posto ambulanza ed automedica della Croce Azzurra, ma non c’è nulla da fare. Le grida della madre si propagano lungo tutta la strada. Nei minuti successivi arrivano uno dopo l’altro le pattuglie di carabinieri, polizia locale, polizia stradale. Il corpicino senza vita viene coperto con dei teli. La madre, sotto shock, viene riaccompagnata in casa. I bimbi del pulmino scendono, accompagnati dall’assistente, per poi raggiungere la scuola con un altro mezzo. 


LA DINAMICA
Disperato l’autista del mezzo, spiega di non aver visto nulla. Alle forze dell’ordine il compito di ricostruire la dinamica dell’incidente. Carabinieri, vigili e poliziotti si confrontano sul teatro della tragedia, per chiarire gli ultimi, fatali movimenti del piccolo. Non è certo se a colpirlo sia stata la ruota anteriore o quella posteriore. La salma viene trasferita in ospedale, dove nel pomeriggio è effettuata l’ispezione cadaverica, a cura del medico legale Alessia Romanelli. Al termine dell’esame, viene disposta l’autopsia, che dovrebbe svolgersi in giornata.


La Procura di Fermo apre un fascicolo; l’indagine è affidata al sostituto procuratore Alessandro Pazzaglia. Informato del tragico evento, arriva anche il sindaco di Sant’Elpidio a Mare Alessio Pignotti. Si sofferma con le autorità, cerca di portare qualche parola di conforto ai familiari della vittima. «È una tragedia per la famiglia, per le persone che si sono trovate lì, per l’autista, l’assistente, che ha scioccato l’intera comunità. La famiglia del bimbo risiede in città da anni, il padre dovrebbe lavorare in un’azienda locale». Il sindaco ha cercato di testimoniare il cordoglio proprio e dell’intera comunità. «Ho abbracciato il padre e il nonno del bambino. Ho visto in loro grande calma e forza di volontà, forse per fare coraggio alla madre che urlava disperata. Ho espresso la vicinanza dell’amministrazione». 

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