Bimba di 2 mesi da salvare: eliambulanza costretta ad atterrare in un canneto perché la piazzola è occupata dai nomadi

I nomadi sfrattano l’eliambulanza che doveva salvare una bimba di 2 anni: l'atterraggio avviene nel canneto
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Domenica 12 Dicembre 2021, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 19:46

Il trasferimento urgente di una bambina di due mesi di San Benedetto del Tronto all’ospedale pediatrico Salesi di Ancona ha evidenziato i problemi dell’area scelta come piazzola adibita all’atterraggio e al decollo degli elicotteri: l’area verde a ridosso di via Sgattoni, di fronte all’Istituto tecnico commerciale Capriotti. L’elicottero decolla e atterra a pochi metri da un canneto e in mezzo all’erba alta. Ma andiamo con ordine. 


Ieri mattina Icaro ha dovuto effettuare un atterraggio, intorno alle 9, per accogliere una bambina di appena due mesi che soffre per una bronchiomelite e la cui situazione, nelle ore notturne, era andata aggravandosi. Considerata la tenerissima età della piccola si è deciso di predisporre il trasporto al più attrezzato Salesi di Ancona. L’emergenza ha fatto sì che il trasferimento avvenisse per via aerea dal momento che l’elicottero impiega pochi minuti a coprire la distanza dallo stadio Riviera delle Palme fino al punto di atterraggio di Ancona. Così Icaro ha raggiunto l’area di sosta scelta proprio per effettuare questo genere di interventi e preferita allo stadio dove, tra l’altro, nelle scorse settimane si era anche verificato un problema legato alla mancata possibilità di atterraggio a causa di un accampamento abusivo di nomadi che da anni occupano periodicamente quello spazio a ridosso delle tribune.

Poi un secondo problema: quando l’elicottero ieri mattina è arrivato sulla verticale dell’area di fronte alla Ragioneria, si è trovato sopra a una piazzola divenuta di fatto un canneto con tanto di alte erbacce.

Una scena che i piloti hanno affrontato anche nelle scorse settimane ma che va sempre più peggiorando a causa di una evidente carenza di manutenzione dell’area. Poi i piloti, grazie alla lora esperienza, sono atterrati e decollati comunque nella massima sicurezza, ma certo non si tratta di uno scenario ideale per queste operazioni.


Un controsenso dal momento che a quella piazzola basterebbe semplicemente il minimo indispensabile per diventare a tutti gli effetti un’area di atterraggio dal momento che i requisiti ci sono tutti: è aperta su tre lati e si trova a debita distanza da tutti gli edifici circostanti. Non è neppure necessario realizzare una piattaforma di cemento dal momento che i piloti preferiscono l’erba in modo da evitare riflessi durante gli atterraggi notturni. Insomma sarebbe sufficiente un minimo di manutenzione e la realizzazione di una recinzione protettiva. Quell’area è stata scelta dopo l’azzeramento della trattativa con l’Istituto per il sostentamento del clero, ente proprietario di una zona che si trova a poca distanza dall’ospedale e che era stata inizialmente scelta. Di fronte allo stop di quelle trattative la ricerca dell’area per l’atterraggio notturno non si era fermata ed era arrivata fino a quella scelta nel territorio del quartiere di Ragnola.

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