Bibbiano: quattro anni a Foti, lo psicoterapeuta al centro dell'inchiesta sugli affidi illeciti

La Procura aveva chiesto sei anni. A giudizio il sindaco e altri 16 imputati. Assolta un'assistente sociale

Bibbiano: quattro anni a Foti, lo psicoterapeuta al centro dell'inchiesta sugli affidi illeciti
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Giovedì 11 Novembre 2021, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 05:33

Quattro anni di reclusione per Claudio Foti. È il verdetto della sentenza con rito abbreviato dal gup di Reggio Emilia per lo psicoterapeuta titolare dello studio di cura torinese 'Hansel&Gretel' nel procedimento giudiziario nato dall'inchiesta sugli affidi illeciti di Bibbiano e della Val d'Enza. La procura aveva chiesto sei anni di condanna per le accuse di abuso d'ufficio, lesioni gravissime (ipotesi di reato formulata per la presunta alterazione psichica di una paziente) e frode processuale. La difesa spiega che quest'ultima imputazione è caduta. Per i legali dell'imputato, un esito segnato dal processo mediatico imbastito intorno al caso: un giudizio che nell'ottica del difensore è paragonabile a quello del caso Enzo Tortora o, risalendo ancor di più indietro nel tempo, a Galileo Galilei. Valutazioni a caldo dopo la lettura del dispositivo. Al centro delle indagini, i falsi abusi in ambito domestico (ma sul punto manca ancora una sentenza definitiva e quelle di primo grado non lo sono) su minori allontanati proprio per questo dalle rispettive famiglie e dati in affido ad amici e conoscenti di operatori legati al sistema dei Servizi sociali di Bibbiano, comune della provincia di Reggio Emilia, e della Val D'Enza, a cavallo con il territorio di Parma.

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A giudizio il sindaco Carletti

Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti è stato rinviato a giudizio per abuso d'ufficio, ma prosciolto dalle accuse di falso. È la decisione del gup nell'ambito dello stesso procedimento. Il processo, in pratica, dovrà verificare se sia stata commessa qualche illegittimità amministrativa nell'affidamento dell'appalto concernente il servizio terapeutico di cura dei minori da parte dell'Unione dei Comuni. «La sua posizione - commenta l'avvocato Giovanni Tarquini - è stata ulteriormente alleggerita. Prendiamo atto del fatto che il giudice ha ritenuto necessario disporre il rinvio a giudizio per l'incolpazione di abuso d'ufficio, ma soprattutto del fatto che Carletti è stato prosciolto dalle ulteriori contestazioni, ed in particolare dall'ipotizzato falso, ritenuto dal gup evidentemente mai commesso da parte del sindaco. In sostanza, la posizione del sindaco Carletti risulta ulteriormente alleggerita, ed il processo - per quel che lo riguarda - dovrà verificare non solo se sia stata commessa una qualche illegittimità amministrativa nell'affidamento dell'appalto concernete il servizio terapeutico di cura dei minori da parte dell'Unione dei Comuni, quanto, soprattutto, a chi sia addebitabile l'eventuale illegittimità, cioè chi avesse concreta consapevolezza delle eventuali irregolarità, e chi invece abbia agito in buona fede». Nel complesso, sono 17 i rinvii a giudizio e cinque i proscioglimenti. Finora l'unica pena relativa al procedimento era stata quella di Cinzia Magnarelli, assistente sociale sempre dell'Unione Val d'Enza, rea confessa e accusata di falso ideologico e frode processuale, la quale ha patteggiato a un anno e otto mesi (pena sospesa).

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Le registrazioni prodotte nel corso del giudizio, ha aggiunto, non sono state prese in considerazione. «Ho fiducia nella giustizia e nel fatto che in appello questa decisione possa essere rivista». Pronunciamento di assoluzione, al contrario, per l'assistente sociale Beatrice Benati: la Procura ne aveva chiesto la condanna con l'accusa di violenza privata e tentata violenza privata a un anno e mezzo.

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I difensori preannunciano appello

«È una sentenza per noi totalmente inaspettata, non avremmo scelto il rito abbreviato se le carte delle indagini avessero lasciato presupporre una condanna. La situazione ambientale di questo tribunale evidentemente è stata fortemente condizionata dal processo mediatico e ovviamente faremo appello. Continuiamo ad avere fiducia nella giustizia e nel fatto che viviamo in uno stato di diritto». Lo dicono gli avvocati difensori dello psicoterapeuta fondatore del centro 'Hansel e Gretel', personaggio chiave dell'inchiesta 'Angeli e demoni' sui presunti affidi illeciti del 'sistema Bibbiano'. Decisamente contrariati per la sentenza appena emessa al tribunale di Reggio Emilia, gli avvocati Girolamo Andrea Cuffari e Giuseppe Rossodivita  ribadiscono: «Foti non era accusato dei fatti che sono stati raccontati - è stato condannato a 4 anni per abuso d'ufficio e per lesioni. La sottrazione dei bambini non è mai avvenuta, è caduta la frode processuale. Evidentemente il tema dell'abuso d'ufficio è un tema che regge l'impalcatura di tutta l'inchiesta».

Le vittime: mesi di angoscia

«Sono stati mesi di angoscia perché il padre si è trovato dalla sera alla mattina senza il figlio e la moglie. Senza mai avere avvisaglie e senza capire nemmeno dove fossero. Ora sono mesi di legittima aspettativa. È normale che queste famiglie vogliano giustizia, gli hanno tolto un figlio senza motivo, ora vogliono sapere perché e le conseguenze che arrivano dalle responsabilità». Lo aveva detto in mattinata dice l'avvocato Gianluca Tirelli, legale di parte civile di una tra le famiglie vittime del 'sistema Bibbiano' prima dell'udienza sui presunti affidi illeciti in Val d'Elza. Ventidue le richieste di rinvio a giudizio e due di riti alternativi (psicoterapeuta e assistente sociale) sui quali il giudice si è poi pronunciato.

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