Per due delle tante 'olgettine', che hanno frequentato le serate hard di Arcore e che sarebbero state ricompensate, secondo l'accusa, da Silvio Berlusconi per il loro silenzio, l'ex premier avrebbe messo a disposizione anche due ville realizzate da un 'archistar' e una delle due ragazze, in particolare, lo avrebbe poi anche minacciato per avere ancora soldi, dicendogli che altrimenti avrebbe diffuso dei video. Sono due particolari, di cui si era parlato anche nel corso delle indagini, tornati a galla oggi in una testimonianza nel processo milanese sul caso 'Ruby ter' a carico del leader di Forza Italia, accusato di corruzione in atti giudiziari, e di altre 28 persone.
Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, come ha raccontato l'architetto Ivo Redaelli, «amico» dell'ex presidente del Consiglio, anni fa sono andate a vivere «in comodato d'uso» e senza nemmeno «pagare le utenze» in due ville realizzate da Mario Botta a Bernareggio, nel Monzese, comprate dal leader di FI «per circa 800mila euro l'una, per un totale di 1,6 milioni». Il teste ha spiegato anche che Guerra «dava in escandescenze» in quel periodo e che gli disse che se l'ex Cavaliere «non le dava i soldi che chiedeva, lo avrebbe minacciato di andare dai giornalisti con dei video». Berlusconi, stando alla deposizione di Redaelli, «si sentiva molto triste, è una persona sensibile, aiuterebbe chiunque, le vedeva in mezzo alla strada, senza lavoro dopo lo scandalo e sperava si rifacessero una vita».
L'ex Cavaliere, ha aggiunto Redaelli, «mi disse che si sentiva moralmente in debito con loro, sperava che potessero ricominciare una vita normale». Già in un verbale in fase di indagini, l'architetto aveva parlato di «forti pressioni da Guerra a Berlusconi» per ottenere soldi e delle sue reazioni di «rabbia» se non li otteneva. Ha affermato di non sapere cosa contenessero quei «video» di cui parlava Guerra, che gli diceva che avrebbe «cantato» coi giornalisti. Oggi ha testimoniato anche il titolare di un'agenzia investigativa che ha raccontato di aver incassato soldi in contanti da Karima El Mahroug, anche lei imputata per corruzione in atti giudiziari, per spiare anni fa il suo allora compagno Luca Risso, perché era «gelosa». Si torna in aula il 16 dicembre per la testimonianza di Ambra Battilana, teste 'chiave' dei pm.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout