Fa il pieno di benzina ma è annacquata e l'auto resta in panne: conto da 700 euro, la denuncia e il "no" al rimborso

Il caso in Veneto, ecco il racconto di Arturo Teni

Fa il pieno, ma la benzina è annacquata e l'auto resta in panne: conto da 700 euro, la denuncia e il "no" al rimborso
di Denis De Mauro
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Martedì 28 Febbraio 2023, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 10:36

SACILE - Acqua o sporcizia al posto di carburante pulito dalla pompa del benzinaio. Sembra che il costoso inconveniente capiti con una certa frequenza. Il caso di scuola solo qualche giorno fa, quando è stata riportata l’arrabbiatura di una decina di automobilisti ritrovatisi con l’auto in panne dopo il rifornimento ad una pompa di Conegliano. È successo però, come sgradito regalo di Natale, anche ad un pensionato sacilese dopo aver fatto gasolio nel distributore di sempre.

LA STORIA

Arturo Teni di mestiere ha fatto il rappresentante e per questo ha maniacalmente conservato gli scontrini dei suoi pieni, abitudine mantenuta anche una volta smesso di lavorare.

Teni abita in città e la pompa ce l’ha a poche centinaia di metri da casa. L’impianto in questione è di quelli in cui ti arrangi da solo a fare il pieno. Racconta Arturo: «Il pomeriggio del 27 dicembre scorso vado con la mia Jeep Renegade al solito distributore, ma c’era la cisterna che lo stava rifornendo e dunque mi fanno cenno di ripassare. Cosa che puntualmente accade poco dopo le 17. Faccio gasolio e torno a casa. Le sorprese arriveranno la mattina dopo quando esce per delle commissioni. «La macchina mi si ferma con tutte le spie accese. Niente da fare, posso solo chiamare il meccanico che dopo l’intervento mi presenta un conto di 703 euro per la bonifica del serbatoio e la sostituzione della pompa del carburante e del filtro del gasolio e mi spiega che la pompa si era danneggiata lavorando a vuoto ed il filtro era intasato». Secondo alcuni, problemi di questo tipo possono presentarsi più facilmente dopo che l’autocisterna ha riempito il serbatoio del distributore, agitando e rimescolando eventuali impurità. Arturo resta senza l’auto fino al 3 gennaio perché ci sono le feste a rallentare l’arrivo dei ricambi necessari. «La cosa mi ha procurato tra l’altro non poche difficoltà». Sicuro delle sue ragioni, il sacilese inizia quello che sarà un lungo iter senza gloria per ottenere il risarcimento del danno.

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L’ODISSEA

Gli viene richiesto di presentare: copia scontrino avvenuto rifornimento; prova del ricorso al mezzo di soccorso nella data e nella località in cui è avvenuto; copia della fattura elettronica della riparazione; copia del dettaglio interventi relativi all’ultimo tagliando; dichiarazione di detraibilità o non detraibilità dell’Iva; copia del libretto di circolazione; copia di un valido documento di identificazione. Copia informativa privacy allegata da restituire firmata. C’è perfino una noticina che suona minacciosa e che avverte che se Arturo decidesse di ricorrere ad un legale nella fase di accertamento delle responsabilità, eventuali spese non verranno riconosciute. «Cosa curiosa, mentre io ho dovuto provare tutto in tutti i modi, la compagnia petrolifera per scagionarsi ha semplicemente presentato una dichiarazione con cui affermava che ad un suo controllo non sono risultati sedimenti nel serbatoio», come presentarsi ad un processo con un’autocertificazione d’innocenza e chiuderla lì.

 

Dunque, nessun risarcimento è dovuto. Nei giorni scorsi, dopo aver letto la notizia del Gazzettino sul distributore di Conegliano, Teni ha lanciato un appello per capire se qualcun altro a Sacile abbia subito la sua sorte alla stessa pompa e in effetti un altro automobilista si è fatto vivo: «Il guidatore di una Bmw a gasolio. Anche lui rimasto a piedi il giorno dopo, mentre portava le figlie in montagna». Chissà, forse la vicenda non è ancora conclusa. Va ancora a fare il pieno in quel distributore? «Ovviamente no» è la secca risposta del sacilese.

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