Bimbo autistico escluso dalla comunione, le scuse di parroco e vescovo: «Un malinteso, lo portiamo dal Papa»

I genitori dei compagni di catechismo: «Allibiti, nessuno ci aveva avvertito»

Bimbo autistico escluso dalla comunione, le scuse di parroco e vescovo: «Un malinteso, lo portiamo dal Papa»
di Rosalba Emiliozzi
4 Minuti di Lettura
Lunedì 15 Maggio 2023, 21:34 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 09:05

Tante mamme ieri hanno chiamato Monia e Daniele mostrando affetto e solidarietà. Sono arrivate anche le scuse del parroco e l’invito del vescovo ad andare all’incontro con Papa Francesco il 17 giugno a Roma. «Mi piacerebbe andare con i bambini, non ci sono mai stati», dice mamma Monia mentre risponde a decine di telefonate sul caso di suo figlio, escluso dalla cerimonia della Prima Comunione. «Molti genitori non sapevano nulla, sono rimasti allibiti, se si fossero accorti prima, mi hanno detto, avrebbero protestato e si sarebbero schierati dalla nostra parte». Suo figlio C., 10 anni e mezzo, un bambino autistico dolce e affettuoso, domenica alle 11 non era alla messa della Comunione nella chiesa dell’Assunta, a Silvi, sulla costa in provincia di Teramo, con gli altri 40 bambini, per lo più compagni di classe. Il parroco voleva sistemarlo in un Cappella adiacente, lontano dagli altri bambini, o rinviare la Comunione un altro giorno, da solo, perché durante le prove aveva disturbato, facendo cadere alcune candele e poteva così rovinare la celebrazione. I genitori hanno rifiutato.

IL BANCO VUOTO
Quel banco vuoto alla messa di domenica è stato notato, eccome, perché, come dice la mamma, «tutti i compagni adorano C.».

La cerimonia è andata avanti senza C., mentre a cinque chilometri di distanza, alle 11,30 nella chiesa del Santissimo Salvatore, un’altra celebrazione partiva con un commovente corteo in piazza, cori e un solo bambino davanti, C., accompagnato dai genitori verso l’unica postazione allestita, in pochissime ore da don Gaston, sotto l’altare, accanto a un giglio bianco. E così anche C. ha potuto ricevere il sacramento. Caso chiuso? Per nulla. Quell’assenza è pesata, tra gli amici di C. e i loro genitori che ieri hanno chiamato in massa Monia. «Sono stata molto felice dei loro riscontri - dice al telefono questa mamma indaffaratissima - Molte mamme mi hanno ribadito di stare dalla mia parte. Se avessero saputo in tempo avrebbero tenuto il punto, dicendo: “Se C. non può fare la Comunione, allora non la facciamo fare nemmeno agli altri”. Ma ormai era tutto accaduto».

Chi sapeva, domenica mattina, è andato a Silvi Paese per partecipare alla cerimonia in solitudine di C. E’ stata di una bellezza unica, con le maestre presenti, le insegnanti di sostegno, tanti amici, parenti, vicini di casa. La chiesetta era gremita come non si vedeva da tempo. La città ha, insomma, reagito a quella che i genitori di C. hanno percepito come «una discriminazione». E lo ha ribadito fin da subito il presidente in Carrozzine Determinate, Claudio Ferrante che è al fianco della famiglia nella loro battaglia per l’inclusione dei bambini con difficoltà. «La nostra denuncia ha un solo scopo - dice papà Daniele - una casa del genere non deve più accadere».

LE SCUSE
Ieri mattina sono arrivate anche le scuse del parroco, padre Antonio Iosue. Poi a chiamare i genitori è stato il vescovo di Teramo e Atri, Lorenzo Leuzzi per chiarire quello che viene archiviato come un malinteso, un’incomprensione. «Don Antonio, che è il parroco dell’Assunta di Silvi, si è scusato - dice la mamma - per questa situazione che si è creata». Ma ha ribadito che la soluzione della Comunione nella Cappella, dove il bimbo avrebbe dovuto ricevere l’Eucarestia, un po’ più lontano dagli amici, era solo a sua tutela e protezione, un angolo dove stare in caso di bisogno. 

I genitori però, anche ieri, hanno ribadito di essersi sentiti esclusi. Poi nella tarda mattinata è stato il vescovo Leuzzi a chiamare i genitori, un lungo colloquio di vicinanza e comprensione, il suo e, da quel poco che trapela, il presule ha cercato di spiegare che non c’era intenzione di escludere il bambino, ma solo la volontà di trovare una soluzione per mettere a propri agio piccolo e genitori. Il vescovo ha poi invitato la famiglia a partecipare all’udienza da Papa Francesco il 17 giugno, quando la Diocesi di Teramo e Atri è stata invitata a Roma e verrà accolta dal pontefice della sala Paolo VI: sono stati già organizzati 130 pullman con settemila persone. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA