Stretta sulle baby gang: «Punibili già a 12 anni»

Stretta sulle baby gang: l età per il carcere scende a 12 anni
di Emilio Pucci
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Venerdì 15 Febbraio 2019, 01:27 - Ultimo aggiornamento: 07:33
Abbassare il limite dell’imputabilità da 14 a 12 anni. Escludere le premialità previste per i reati compiuti dai minori se c’è l’aggravante dell’associazione. Una stretta sulla “difesa” dei minori che compiono reati: deve essere dimostrata in maniera stringente l’incapacità di intendere e volere. Sono solo alcune delle misure contenute in una legge che la Lega ha depositato, firmata da tutti i deputati del Carroccio in Commissione Giustizia alla Camera. A proporla soprattutto il coordinatore del partito di via Bellerio in Campania, Gianluca Cantalamessa.

IL FENOMENO
Nella relazione inviata al Parlamento dalla Direzione investigativa antimafia si parla di azioni connotate spesso da “ingiustificata ferocia”, di episodi “riprovevoli e violenti”, espressione di una vera e propria deriva socio-criminale”. Ma il fenomeno è in aumento in tutte le città italiane. Gli ultimi dati sono stati forniti dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza su un campione di 7.000 adolescenti sul territorio nazionale: il 6,5 per cento degli adolescenti fa parte di una gang, il 16% ha commesso atti vandalici e 3 ragazzi su 10 hanno partecipato a risse. Arriverà anche il momento della prevenzione (la reintroduzione dell’educazione civica nelle scuole va in questa direzione) ma per ora la Lega punta alla repressione e alla certezza della pena.

«Bisogna far passare il concetto che un minore di 12 anni non è più quello del passato. Le nuove generazione sono più precoci», la premessa alla base del testo di legge. «L’obiettivo – osserva Cantalamessa – è quello di aggiornare il diritto penale». Il sistema penale italiano prevede che il minore “non imputabile”, perché al momento del fatto non aveva compiuto ancora quattordici anni o perché, pur avendoli compiuti, è stato riconosciuto incapace di intendere e di volere”, venga prosciolto, cioè non assoggettato a pena. Questo non vuol dire che nei confronti del minore non venga disposta nessuna misura, laddove sia considerato pericoloso.

LE NORME
L’articolo 224 recita: «Qualora il fatto commesso da un minore degli anni quattordici sia preveduto dalla legge come delitto, ed egli sia pericoloso, il giudice, tenuto specialmente conto della gravità del fatto e delle condizioni morali della famiglia in cui il minore è vissuto, ordina che questi sia ricoverato nel riformatorio giudiziario o posto in libertà vigilata». L’obiettivo della Lega è di abbassare l’età di due anni. Basta dunque con il considerare i “baby boss” alla stregua di ragazzini. Magari poi tutelati perché considerati incapaci di intendere e volere. Arriveranno dei ‘paletti’ su questo fronte. E se un under 12 commette un grave reato in gruppo non potrà avere alcuno sconto di pena: prevista l’aggravante dell’associazione. Niente premio. Accoltellamenti, tentativo di stupro, episodi di bullismo, ragazzini impiegati come “pony express” per la droga o per delitti: se molti capi della camorra e della mafia sono stati assicurati alla giustizia ora sempre più spesso – spiegano fonti parlamentari della Lega – prevale la logica del branco o di avvalersi ai baby-criminali. Bologna è in testa per il numero delle baby gang, seguita da Roma, Catania, Bari, Palermo, Napoli, Genova, Torino e Milano. Più reati e meno denunce. La Camera Penale Minorile, ha depositato un progetto in Commissione cultura nel quale si prevede che il tribunale dei Minorenni entri in contatto “con il minore a disagio e lo indirizzi verso un percorso di educazione, recupero, formazione professionale, attività sportive e ludiche propedeutico a un ingresso positivo nella vita sociale”. 
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