Baby boom a Cremona, 15 bimbi nati in un giorno: «É la vita che trionfa dopo il Covid»

Baby boom a Cremona, 15 bimbi nati in un giorno: «É la vita che trionfa dopo il Covid»
di Claudia Guasco
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Martedì 30 Giugno 2020, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 08:14

Un baby boom indimenticabile, raccontano ancora elettrizzati tra le corsie. «E pensare che non c'era nemmeno la luna piena». Quindici bimbi venuti alla luce in ventiquattr'ore, tra venerdì e sabato, numeri incredibili in un'Italia a crescita zero. Le puerpere posano orgogliose per la foto di gruppo con culla nel corridoio dell'ospedale di Cremona, reparto di Ostetricia e Ginecologia. Medici e infermiere vanno di fretta, ma che bella differenza rispetto ai mesi bui dell'epidemia di Covid: allora si correva per salvare vite, ora per accoglierle.

TUTTO ESAURITO
Un «simbolo di rinascita», esulta il personale sanitario: uno dopo l'altro sono nati dieci femmine e cinque maschietti, compresi due gemelli. Per l'ultima mamma in lista d'attesa l'evento è oltremodo indimenticabile: in sala parto era tutto esaurito e il figlio è venuto al mondo, con le stesse cautele, in una stanza di degenza. «È la vita che trionfa», raccontano i medici della struttura che tra la fine di febbraio e aprile è stata quasi interamente trasformata per accogliere i pazienti Covid in arrivo dalla provincia. Qui il virus è stato un flagello, 1.119 decessi, e dopo tanta tristezza i quindici neonati portano una ventata di euforia. «È stato un evento particolarmente bello, eccezionale per la nostra città, e ci fa felici anche perché arriva dopo mesi difficili», riflette Aldo Riccardi, direttore del reparto. «La nostra realtà è in controtendenza rispetto al trend nazionale che vede le nascite in calo. Da noi aumentano ma sono circa 1.150 all'anno, 110 al mese, 3-4 al giorno», osserva il primario che con il collega Bruno Brera, responsabile di Neonatologia, ha gestito l'avvenimento «straordinario». «I quindici piccoli stanno tutti bene. Siamo contenti anche perché le loro mamme hanno riposto fiducia in noi - aggiunge Brera - Nei mesi scorsi la terapia intensiva è diventata sub intensiva e questo ha creato preoccupazione nella popolazione, e poi sono arrivate le settimane drammatiche del Covid. Ma l'equipe è rimasta la stessa e anche i livelli di sicurezza garantiti». Alle mamme e ai neonati è assicurato un reparto Covid-free con percorsi riservati. I papà possono entrare in sala parto per il travaglio e nelle due ore successive alla nascita. «È andato tutto bene, l'unica difficoltà è stata la gestione del personale di fronte a una mole di lavoro quattro volte superiore al normale». Di turno in quelle ventiquattr'ore di fuoco c'erano anche la dottoressa Annalisa Abbiati e il collega Gaetano Scalzone: «È stata un'esplosione di gioia», concordano. Quando la pandemia seminava vittime nella provincia, l'unità operativa è stata «una sorta di oasi, con mediamente cento parti al mese», spiega Riccardi. Tanta era la necessità di posti letto che anche il reparto di ginecologia è stato trasformato in settore Covid e proprio al Maggiore di Cremona è stata scattata la foto simbolo dell'infermiera addormentata stremata sulla tastiera del computer. Solo Ostetricia è rimasta operativa come un piccolo paradiso di normalità. In tre mesi sono nati trecento bambini, incuranti del via vai di ambulanze e dell'urlo delle sirene.

REPARTO A RISCHIO
Ora l'obiettivo è salvare il reparto di terapia intensiva neonatale, che Regione Lombardia ha deciso di chiudere. La scadenza era il primo marzo, l'emergenza epidemia ha congelato tutto ma è solo una questione di tempo. A febbraio Riccardi lanciava l'allarme: «Ho vissuto una drammatica riunione contro l'impostazione della Regione, che è venuta a spiegarci perché voleva chiudere la Terapia intensiva neonatale. Io mi sono opposto, ma non ho ricevuto alcun sostegno». E le conseguenze, afferma, saranno pesanti: «Le pazienti con problemi sotto le 32 settimane non potranno più essere curate qui, dovranno andare a Brescia. Chiudere questo reparto significa perdere un pezzo di qualità dell'assistenza delle future mamme e anche di altri servizi.
 

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