Welfare, il plauso delle cooperative al governo Meloni per la riforma che garantisce l'assistenza domiciliare ai malati anziani

Welfare, il plauso delle cooperative al governo Meloni per la riforma che garantisce l'assistenza domiciliare ai malati anziani
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 11:37

In molti Paesi europei assistere i malati a casa propria garantisce solidità sociale e stabilità economica. Un passaggio ormai obbligato anche per l'Italia. «In pratica farà vivere meglio i pazienti anziani, statisticamente affetti da diverse patologie croniche. Inoltre, questo tipo di organizzazione, graverà meno sulle casse dello Stato».  Giuseppe Milanese, presidente di OSA Operatori Sanitari Associati, la più grande cooperativa nel settore socio-sanitario in Italia, all'indomani della riforma del nuovo welfare da parte del governo Meloni, spiega al Messaggero in che consistono le novità all'orizzonte e perchè costituiscono una «vera svolta». 

Disegnare il nuovo sistema sanitario applicando i risultati ottenuti dal quadro europeo di riferimento significa modellare il welfare secondo l'evoluzione della popolazione italiana, tenendo conto che gli over 65 (che già rappresentano il 23%) nel 2050 saranno il 35% del totale. Una crescita esponenziale che comporterà anche malattie tipiche di quella fascia d'età: Alzheimer, demenza senile, diabete, difficoltà nella deambulazione.

Le risorse per realizzare quello che è già stato battezzato il nuovo welfare vengono dal PNRR e dai fondi che già aveva individuato a suo tempo il governo Draghi. A questa voce il nuovo esecutivo ha aggiunto anche il Fondo nazionale per le politiche sociale e il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Praticamente uno spostamento di risorse dal contrasto all’indigenza al sostegno ai non autosufficienti. «L’assistenza socio-sanitaria alle persone non autosufficienti anziane è una questione essenziale ormai – aveva sottolineato la vice ministra per il Welfare Maria Teresa Bellucci -. La nostra è la prima nazione in Europa per numero di anziani, la seconda nel mondo. Il nostro principio guida sarà l’assistenza domiciliare: la casa deve essere il luogo di cura, di protezione, di aiuto alle persone anziane».

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Per Milanese la nuova legge garantisce agli anziani il diritto a ricevere le cure più idonee negli ambienti a loro familiari, un aspetto importantissimo per gestire tante patologie di natura cognitiva. «I dati dei pazienti anziani italiani sono impressionanti.

Su un totale di 10 milioni di persone di tutte le età che necessitano di assistenza domiciliare, oltre 3 milioni hanno più di 65 anni e non sono autosufficienti. I numeri sono alti e la spiegazione è che l'Italia è il paese al mondo più vecchio dopo il Giappone». 

La legge che è stata appena approvata dal Parlamento costituisce un punto fermo e sposta il peso sulla dignità del malato. «Abbiamo lasciato per troppi anni gli anziani da soli ad affrontare i problemi sanitari, spesso con famiglie impreparate. La vera sfida non è rappresentata dalle malattie acute, ma dalla cronicità di tante patologie che richiedono assistenza e cure continue». 

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Ora che è passata la legge ci sono risorse da allocare e distribuire. «A questo punto occorre pensare a come formare il personale sanitario. Gli operatori devono sviluppare competenze tecniche tanto quanto educarsi a quella attitudine necessaria a prendersi cura degli anziani. Mi auguro che nel giro di un anno si possano avere risorse per la formazione. Dalle proiezioni che abbiamo realizzato, a livello nazionale sono necessari almeno 100 mila operatori per assistere a domicilio un totale di un milione e 80 mila pazienti, così evitando anche ricoveri ospedalieri impropri». 

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Il ricovero improprio al quale fa riferimento Milanese è una formula quasi burocratica che racchiude il livello di disperazione delle famiglie: a volte gli anziani malati portati in ospedale per l'acutizzarsi della malattia non sanno dove andare una volta che sono guariti. Altre volte è la famiglia che spinge la struttura sanitaria affinché il ricovero si allunghi, visto che nessuno può accudire la mamma malata o il padre malato. Una dinamica a spirale che genera costi pubblici enormi. In Europa ci sono già diversi esempi virtuosi di welfare che funzionano in modo armonico conciliando le cure con il sistema domiciliare. Ed è stato provato che le persone malate vivono meglio e complessivamente costano meno sulle casse dello Stato.

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