Avvocati, entro l'anno 1 persona su 3 lo sceglierà tramite una ricerca online

5,3 miliardi di persone al mondo usano dispositivi mobili e oltre il 60% è iscritta a un social network

Avvocati, entro l'anno 1 persona su 3 lo sceglierà tramite una ricerca online
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Venerdì 17 Marzo 2023, 23:32

I dati parlano chiaro: nel 2021 il numero degli avvocati italiani è per la prima volta diminuito, a causa delle cancellazioni dall’Albo di categoria, ma anche al basso numero di nuove iscrizioni. Attualmente sono 241.830, di cui il 94,3% attivo sul mercato e il restante 5,9% rappresentato da pensionati contribuenti (Rapporto Censis sull'Avvocatura 2022).

Una professione dunque che sembra in crisi e che cerca risposte al passo con i tempi. Da una recente indagine della rivista «Forbes», è emerso infatti che i metodi di ricerca dell’avvocato stanno cambiando rapidamente. Mentre solo nell’anno 2017 la percentuale di utenti alla ricerca di un avvocato online era rappresentata dal 4,5% del mercato, nel 2020 la percentuale è arrivata al 20%. È poi previsto che entro il 2023 sarà più di una persona su tre a scegliere il proprio avvocato partendo da una ricerca sul web (il 35% degli utenti). Nasce così una nuova figura professionale che guarda al marketing e alla comunicazione per restare al passo con i tempi, arginare la crisi e rompere le logiche di baronato, senza però abbandonare l'autorevolezza e il prestigio che da sempre ha contraddistinto la categoria degli avvocati.

«E’ necessario rispondere alle sfide del mercato e alle difficoltà della categoria - spiega l'avvocato Danilo Lombardo – mettere insieme un pool di legali, con significativa esperienza in vari settori del diritto civile, che, attraverso il web, fornisce all'utenza una corretta informazione sui più importanti temi di attualità, con particolare attenzione alle tematiche del diritto del lavoro, è stato per noi il modo più opportuno per stare al passo con i tempi e con una professione che sta cambiando rapidamente.

Si va dal giusto inquadramento di un dipendente, al fenomeno delle false partite Iva, dal licenziamento illegittimo al trattamento dei dati sensibili nell'e-commerce. Video puntuali che non risolvono i problemi delle persone ma sensibilizzano sul tema e consentono una crescita sociale importante».

Cambiare ed evolversi, quindi, è sempre più necessario soprattutto perché è il mondo che muta, diventando sempre più digitale e digitalizzato. Solo per fare un esempio, le ore che passiamo a dormire e quelle che consumiamo online, sono diventate equivalenti. Circa 7 ore al giorno su internet, ovvero il 42% del nostro tempo. Ma non solo. Ben 5,3 miliardi di persone, in tutto il mondo, fanno uso di dispositivi mobili e oltre il 60% è iscritta a un social network ( Digital 2022: Global Overview Report - DataReportal). Ma cosa fanno gli utenti quando sono online? Secondo una ricerca di Hootsuite, cercano proprio informazioni specifiche e questo significa che ogni volta che si collegano a Google, ricercano qualcosa che possa essere loro utile, come ad esempio anche dei video informativi a carattere giuridico.

 

«I video o meglio ancora le ‘pillole video’, realizzati con una struttura più smart e fruibile, hanno una grandissima utilità – continua Lombardo. Sono determinati per chiunque avesse o, meglio, pensasse di avere una questione giuridica da risolvere: l’intento è quello di far capire all’utente se esistono o meno i presupposti per vantare un proprio diritto. Il che ha un duplice risultato: da un lato, permette a chiunque di confrontarsi e di verificare se effettivamente sussistano i presupposti per intentare un'azione legale e, dall'altro, impedisce fornendo gli elementi base, di affollare i Tribunali con cause che non hanno alcuna possibilità di successo. Ma non solo. Così facendo l’utente, prima di conferire il mandato, ha la possibilità di farsi da subito una idea di massima del professionista e di ristabilire quel rapporto fiduciario che nel tempo si è perso. E questo perché il cliente ha la possibilità di conoscerci attraverso il web. Una scelta che a quel punto diventa mirata e non più random. Del resto, parliamoci chiaro, se ne gli anni la professione è entrata in crisi, in buona parte è dipeso anche da alcuni avvocati che non sono stati chiari nell’illustrare quali fossero i rischi e quali i compensi».

La soluzione, quindi, è nella «professione 4.0» che ama la tecnologia per comunicare con competenza e che guarda anche a altri modelli professionali: «Personalmente sempre rimasto affascinato dalla figura dell’avvocato proposta della Tv americana come ad esempio Suits - afferma Lombardo. Bene, vogliamo proporla in stile italiano. La determinazione è quella, come la professionalità, l'eleganza e il glamour. Depurandola di quel pizzico iniziale di cinismo, è la risposta giusta a un contesto spesso arroccato su sé stesso. Eppure il mondo cambia e offre opportunità. I legali di oggi non sono più quelli che ricevono nel proprio studio le doglianze delle persone. Non possono essere più solo quello perché sarebbero fuori dal mercato. Sono convinto che, se non si fa, resterà soltanto il 20% degli studi attuali». 

Guardare dunque alla tecnologia, per rispondere all’evoluzione dei tempi, e con essi anche del mondo del lavoro, «Con dei ma però - conclude l'avvocato Lombardo - i nuovi mezzi di comunicazione vanno usati nella loro accezione migliore con la necessaria professionalità. Non credo sia utile abbandonarsi all'approssimazione. I video su Tiktok o, più in generale sui social, garantiscono forse qualche visualizzazione e una manciata di clienti ma volgarizzano il nostro mestiere. Non è quella la strada giusta. La vision del domani non deve mai perdere il senso vero di quello che facciamo ma deve puntare sulla preparazione e sulla competenza. Sono queste le nostre armi e dobbiamo affilarle nel modo corretto. Anche quando ci si affida ai nuovi strumenti che i tempi moderni ci garantiscono».

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