Avezzano, la denuncia: «Mia nonna Tecla morta dissanguata in ospedale»

Avezzano, la denuncia: «Mia nonna Tecla morta dissanguata in ospedale»
di Manlio Biancone
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Venerdì 6 Novembre 2020, 09:24

«È morta dissanguata all’ospedale mia nonna Tecla Salustri». È la nipote Michela Pomponio a dirlo. I familiari sulla tragica fine di Tecla, che non era una malata Covid, hanno presentato una denuncia al Commissariato di polizia. «Vogliamo la verità» dicono ancora sotto choc i parenti. Il pm Lara Seccacini ha sequestrato la salma e ha ordinato di acquisire la cartella clinica. Morta nell'ambulanza in attesa del ricovero, l'avvocato: «Faremo riesumare la salma».

La tragica vicenda è successa, l’altra mattina, all’ospedale di Avezzano, in prinvincia dell'Aquila, nello stesso ospedale dove giorni fa una donna, paziente Covid, è morta un ambulanza in attesa del ricovero e un uomo, risultato poi negativo al tampone post mortem, è deceduto in auto mentre la moglie implorava di farlo entrare perché colpito da una crisi respiratoria.

Due episodi agghiaccianti che hanno fatto emergenze la carenza di posti letto Covid e un'attesa troppo lunga per accedere alla tenda pre triage dove si fanno i tamponi di controllo a chi arriva in ospedale.

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Quanto alla morte di nonna Tecla, gli operatori dell’ambulanza della Misericordia sono arrivati in reparto per prelevare la donna di 83 anni di Capistrello, che era stata dimessa dai medici, ma l'avrebbero trovata, in mezzo al sangue, nel suo letto. Dopo qualche ora, nonostante l’immediato intervento dei sanitari, Tecla è morta. Da una prima ricostruzione sembra che il catetere inserito nel braccio si sia sfilato con conseguente perdita del sangue. I medici, appena sono stati messi in allarme, hanno tentato una trasfusione di sangue, ma senza successo. I medici avrebbero riferito ai familiari che la donna si sarebbe strappata dal braccio la cannula della flebo. La 83enne era ricoverata in una stanza con un’altra anziana che, per le sue gravi patologie, non avrebbe avuto la possibilità di rendersi conto di quanto stava accadendo accanto al suo letto. La nipote racconta: «Questa mattina ho sentito mia nonna, perché lei rispondeva al telefono, era lucida e non vedeva l’ora di tornare a casa. Infatti l’ho rassicurata che nel pomeriggio l’avremmo riportata a casa, e lei mi ha detto: “Meno male perché qui non mi sente nessuno”».

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