Avezzano, indagati sindaco e parroco per l’altalena killer: accusa di omicidio colposo

La dodicenne è stata colpita da una trave deteriorata che ha ceduto mentre giocava. Nodo manutenzione

Avezzano, indagati sindaco e parroco per l’altalena killer: accusa di omicidio colposo
di Stefano Dascoli (ha collaborato Manlio Biancone)
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Venerdì 2 Settembre 2022, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 16:25

Sono tre gli indagati per la morte di Alessia Prendi, la bambina di 12 anni travolta mercoledì sera dalla caduta di una piccola e rudimentale struttura di legno che, nel cortile dell’oratorio parrocchiale di San Pelino, sorreggeva corde per l’arrampicata e un’altalena. Si tratta del parroco, don Antonio Allegritti, del sindaco facente funzioni Domenico Di Berardino e dell’architetto Antonio Ferretti, referente del settore Lavori Pubblici, Urbanistica e Patrimonio del Comune di Avezzano. I tre sono stati iscritti nel registro degli indagati anche perché per stamattina, alle 10, il pubblico ministero, Maurizio Maria Cerrato, ha disposto un accertamento tecnico irripetibile, ovvero l’esame esterno sulla salma della bimba, affidato a Cristian D’Ovidio. L’accusa ipotizzata dalla Procura è quella di omicidio colposo. L’indagine, condotta dei carabinieri, dovrà chiarire le zone d’ombra della vicenda: come e perché la struttura di legno si trovava nel cortile, il suo stato di ammaloramento (piuttosto evidente alla base dei pali laterali che hanno ceduto), eventuali responsabilità nella vigilanza e negli aspetti legati alla sicurezza. Il pm ha posto l’attenzione sia sul Comune che sulla parrocchia. E questo perché, come si evince dalla delibera numero 54 del 12 aprile scorso, la giunta aveva dato il via libera all’approvazione del contratto di comodato d’uso con cui la parrocchia di “San Michele Arcangelo” ha concesso al Comune, per sei anni, l’utilizzo di alcuni locali dell’oratorio, in particolare ai piani terra e primo, oltre alla cantina e al locale sottostrada. Il tutto per scopi sociali. Nel contratto, dunque, non si fa riferimento agli spazi esterni che sarebbero di competenza della parrocchia (ma questo sarà oggetto dell’indagine). E ancora: bisognerà capire anche a chi spettasse il controllo dei bambini, visto che la parrocchia ha coinvolto una cooperativa, a quanto pare con alcuni percettori di reddito di cittadinanza. Anche il parroco, don Antonio, si è chiuso nel suo dolore. Ha fatto sapere solo di essere sotto choc e, ovviamente, «in preghiera per la famiglia». 

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LA RICOSTRUZIONE

Come spesso faceva durante i pomeriggi, la piccola, di origini albanesi, ma da molto tempo nella Marsica, mercoledì sera tra le 18,30 e le 19 stava giocando nei pressi della struttura di legno. Resta da chiarire se si stesse dondolando sull’altalena o stesse tirando le corde per l’arrampicata. Insieme a lei c’erano altri bambini. All’improvviso il manufatto ha ceduto: la trave l’ha colpita in pieno. Inutili i soccorsi, scattati repentinamente. Prima quelli dell’infermiere Amleto Magnante, che si trovava lì per caso e che prima ha liberato la bimba dalla trave e poi ha tentato la rianimazione. E poi quelli del 118, anche con l’elisoccorso. 
La comunità è sotto choc. «Era una nostra figlia, una figlia di tutti», ha raccontato una signora al Messaggero, nel corso del silenzioso, ma incessante pellegrinaggio davanti ai cancelli chiusi dell’oratorio.

Mazzi di fiori e biglietti, molti dei quali lasciati dagli amichetti o dai parenti. «Da oggi proveremo a farci forza, tu promettimi che me la darai perché senza te non sono nessuno», ha scritto una cugina. «Te ne sei andata troppo presto, resta sempre al mio fianco, non abbandonarmi», è invece il pensiero di un’amica. In tanti hanno fatto visita ai genitori, Petrit ed Eda, imprenditore edile lui, casalinga lei, e alla sorella di Alessia. Tutti chiusi in silenzio, nel loro lancinante dolore. Sarà difficile anche tornare in classe, alla media Corradini-Fermi. Una docente, Annamaria Contestabile, ha detto: «Gli alunni sono molto provati, avremo bisogno di un supporto da parte di figure alternative».

 

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