Avezzano, Alessia morta sotto l'altalena, il soccorritore: «L'ho presa in braccio, ancora respirava»

Amleto Magnate: "Gli altri bimbi non si sono accorti subito della tragedia. Dopo qualche minuto li ho sentiti urlare e piangere"

Avezzano, Alessia morta sotto l'altalena, il soccorritore: «L'ho presa in braccio, ancora respirava»
di Manlio Biancone
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Giovedì 1 Settembre 2022, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 14:48

«Non mi do pace. Non riesco ancora a capire come sia potuto succedere» racconta il primo soccorritore di Alessia, Amleto Magnante, 35 anni. È stato lui a sollevare la bimba di 12 anni, morta sotto la trave di legno. È successo da poco, l'uomo è ancora sotto choc con la maglia tutta insanguinata e con le mani sporche di sangue. Il suo respiro è pesante, fa fatica a raccontare. «Sono subito accorso sul luogo della tragedia - aggiunge - ho preso in braccio la bimba che già era priva di sensi e non dava segni di vita. L'ho stretta forte scuotendola e solo allora mi sono accorto che ancora respirava. Dopo un po' sono arrivati altri soccorritori che mi hanno aiutato ad appoggiarla sull'erba in attesa dei medici del 118».

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Sul posto è arrivato anche un elisoccorso dall'Aquila ma sono stati gli uomini dell'ambulanza del 118 a prestare le prime cure alla bimba e a trasferirla con urgenza al pronto soccorso dell'ospedale di Avezzano dove è morta per lo schiacciamento della testa. Sul piazzale dell'Oratorio c'erano anche gli altri bimbi che giocavano poco lontano. «Non si sono subito accorti della tragedia - aggiunge il soccorritore - e hanno continuato a rincorrersi. Dopo qualche minuto si sono improvvisamente fermati come paralizzati. Li ho sentiti urlare e piangere e hanno capito che era successo qualcosa di grave. Alcune bimbe, le più grandi, si sono anche avvicinate per capire cosa fosse successo».
Presente anche una giovane animatrice che sorvegliava il gruppo di bimbi e bimbe di cui faceva parte anche la piccola Alessia.

Sconvolta dalla tragedia che si era consumata senza che nessuno se ne accorgesse in tempo. E spaventata dalle accuse di chi tra i presenti ha puntato il dito contro le presunte leggerezze commesse. Se il visino della piccola Alessia è impossibile da dimenticare per il soccorritore, l'altro volto che porta impresso è quello sconvolto dell'animatrice. «Non riusciva a smettere di piangere. Ho cercato di rassicurarla, le servivano dei calmanti. Ma nel medio-lungo periodo penso le servirà un percorso di sostegno psicologico per superare il trauma» dice un'amica.

 


«Saranno le indagini a fare chiarezza su quello che è successo e ad accertare eventuali responsabilità. Dall'esterno è facile puntare il dito accusando l'assistente e i responsabili di non aver vigilato abbastanza. Qualcuno oggi (ieri, ndr) lo ha fatto, a caldo, aggiungendo dolore al dolore - prosegue una donna - Purtroppo con i bambini a volte basta una minima distrazione». Il dramma di San Pelino infatti è quanto di peggio possa capitare a chi si mette a disposizione dei ragazzi organizzando per loro attività.

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