Il direttore dell'Uo di Ortopedia e Traumatologia della struttura campana, Antonio Medici, pur consapevole dei rischi connessi a un intervento già di per sé difficile, reso ancora più complesso dalla malattia della paziente, ha comunque deciso di offrire alla giovane la possibilità di rialzarsi sulle proprie gambe. «L'intervento - racconta il primario - si è svolto in due tempi: la prima volta, coadiuvato da un'équipe di ortopedici e anestesisti, sono intervenuto sulla frattura destra e sinistra da via posteriore. Dopo una settimana, la ragazza è tornata in sala operatoria e la frattura è stata trattata per via anteriore. In effetti - precisa - ha subito quattro interventi chirurgici in due sedute, per fare in modo che la fragilità ossea non rendesse inutili i tentativi di fissazione, da effettuare in un particolare modo per favorire la formazione del callo osseo. Ma tutto è andato meglio del previsto».
La 15enne è stata dimessa da qualche giorno - riferiscono dall'ospedale - e ha iniziato la fase della riabilitazione presso il proprio domicilio. L'équipe che ha condotto l'intervento chirurgico sta ora lavorando a una pubblicazione scientifica sul caso, in quanto l'operazione eseguita non ha ancora alcun riscontro sul piano divulgativo internazionale.
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