Avatar e scene del crimine virtuali: la Polizia scientifica diventa ipertecnologica

Avatar e scene del crimine virtuali: la Polizia scientifica diventa ipertecnologica
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Venerdì 28 Dicembre 2018, 14:17 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 18:32

Un delitto ricostruito in 3D, con tanto di avatar, per tornare sulla scena del crimine - negli attimi prima e dopo il delitto - e accertare la verità. È il teatro virtuale della Polizia scientifica, il primo laboratorio europeo forense nato dall'integrazione di tecnologie innovative e presentato oggi a Roma alla Direzione Centrale Anticrimine della polizia.

Una squadra selezionata di ingegneri, informatici, fisici ed architetti ha creato il laboratorio, che consente di inserire in un modello virtuale tutte le evidenze scientifiche del sopralluogo, come impronte, traiettorie balistiche, tracce genetiche, e tutti i risultati d'indagine, come intercettazioni e pedinamenti.

 

 


Il teatro virtuale è già da mesi al lavoro: la squadra ha testato il sistema su cold case e vicende complesse di omicidio, tra cui l'assassinio di Francesco Fiorillo a Vibo Valentia, l'uccisione di Valeriano Poli a Bologna, la ricostruzione dell'attentato all'ex presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Altri cinque lavori sono stati consegnati all'autorità giudiziaria ma sono ancora coperti da segreto istruttorio.

«Penso a quanti riconoscimenti avrebbe avuto questo sistema in un'azienda privata. E vi ringrazio per averlo messo a disposizione del pubblico», ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che durante la sua partecipazione alla presentazione del teatro virtuale ha parlato di «un evento che ci mette all'avanguardia europea e mondiale».

Per il capo della polizia, Franco Gabrielli, «qui non c'è solo la storia, ma c'è anche un'amministrazione che guarda avanti. Sono orgoglioso che vi siano uomini e donnne che guardano al futuro». Il capo della Direzione Centrale Anticrimine, Vittorio Rizzi, ha ricordato che «si tratta dell'ultimo nato dei nostri laboratori, il 92esimo. Dai nostri padri abbiamo appreso l'approccio scientifico alla scena crimine e oggi questo mondo viene superato dagli investigatori forensi del terzo millennio, quindi dell'era digitale».

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