Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, due dipendenti Onu rischiano il processo per omicidio colposo. «Mentirono sulla sicurezza»

Avrebbero dovuto classificare la missione come rischiosa: sulla strada percorsa negli ultimi vent'anni si erano contati almeno una ventina di conflitti a fuoco

Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, due dipendenti Onu rischiano il processo per omicidio colposo. «Mentirono sulla sicurezza»
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Febbraio 2022, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 19:33

L'accusa è di omicidio colposo, perché con il loro comportamento hanno messo in pericolo la vita di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci. Mentirono sulla sicurezza della missione in Congo. Per ottenere più agevolmente i permessi, dissero che in quel convoglio non c'erano l'ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, poi uccisi in un agguato sulla strada verso Rutshuru. Per questo due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam) dell'Onu rischiano ora il processo a Roma, dove la procura ha chiuso le indagini contestando ai due, organizzatori della missione nel nord del Congo, il reato di omicidio colposo.

«Ci auguriamo - il commento laconico del papà di Attanasio, Salvatore - che sia il primo passo verso la verità, perché senza verità non c'è giustizia».

Quello che accadde nei giorni precedenti il 22 febbraio dello scorso anno - il giorno dell'agguato mortale al convoglio della missione di pace in Congo - viene ricostruito dai magistrati di piazzale Clodio, coordinati da Francesco Lo Voi e Sergio Colaiocco.

I due dipendenti del Pam, Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza, avrebbero «omesso, per negligenza, imprudenza e imperizia - è scritto in una nota della Procura - secondo la ricostruzione effettuata allo stato, che risulta in linea con gli esiti dell'inchiesta interna all'Onu, ogni cautela idonea a tutelare l'integrità fisica dei partecipanti alla missione Pam che percorreva la strada Rn2 sulla quale, negli ultimi anni, vi erano stati almeno una ventina di conflitti a fuoco tra gruppi criminali ed esercito regolare».

Secondo l'accusa, i due indagati avrebbero mentito non inserendo i nomi di Attanasio e Iacovacci, l'uomo della scorta, nella lista delle persone che componevano il convoglio della missione di pace Monusco. Al loro posto, scrive la procura, c'erano i nomi di altri due dipendenti Pam «così da indurre in errore gli uffici in ordine alla reale composizione del convoglio». Un'omissione commessa di proposito «in quanto - è l'opinione degli inquirenti - non avevano inoltrato la richiesta, come prescritto dai protocolli Onu, almeno 72 ore prima». Ma gli errori e le omissioni dei due indagati vanno anche oltre. Secondo la procura, infatti, «avrebbero omesso di predisporre le cautele richieste dalla classificazione di rischio attribuita al percorso da effettuare che, pur avendo dei tratti classificati verdi cioè a basso rischio, aveva anche delle parti classificate gialle, cioè a rischio medio che avrebbero imposto di indossare, o avere prontamente reperibile il casco e il giubbotto antiproiettili».

I due inoltre avrebbero omesso «in presenza di un ambasciatore, che rappresentando il proprio Paese, costituisce soggetto particolarmente a rischio, e dopo aver dato assicurazioni al carabiniere Iacovacci, a seguito delle sue richieste, di poter usufruire di veicoli blindati (che il Pam aveva in dotazione a Goma), che le misure di sicurezza base sarebbero state incrementate, di approntare ogni utile ulteriore misura di mitigazione del rischio».

«Noi, come famiglia, abbiamo sempre sospettato del coinvolgimento di queste persone, che tra l'altro sono state testimoni oculari di quel drammatico evento», ha spiegato Salvatore Attanasio. Intanto le indagini di piazzale Clodio continuano anche attraverso rogatorie inoltrate alle autorità del Congo per identificare i componenti del gruppo di fuoco che uccisero Attanasio, Iacovacci e l'autista del convoglio Mustapha Milambo.

E per il 21 febbraio, giorno della vigilia dell'anniversario, il comune di Limbriate - cittadina brianzola in cui Luca Attanasio aveva vissuto nei primi anni della sua carriera - ha organizzato una serata in memoria dell'ambasciatore, mentre il 22 è in programma un momento di commiato al cimitero e una messa di suffragio. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA