«Mia madre legata al letto d'ospedale e impregnata di urine»: la denuncia choc a Caserta

«Mia madre legata al letto d'ospedale e impregnata di urine»: la denuncia choc a Caserta
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Domenica 9 Dicembre 2018, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 16:12
«Mia madre legata al letto d'ospedale civile di Caserta e impregnata di urine». Questa la denuncia presentata da un uomo, Domenico Ciccarelli, ai carabinieri. «Ci hanno impedito di assisterla, ricoverata all'ospedale in seguito a una caduta accidentale, in attesa di essere operata». 

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«Gli infermieri ci hanno costretto ad abbandonare la stanza comunicando che avrebbero provveduto loro a contenere lo stato di evidente agitazione ricorrendo al sistema delle fasce di contenzione, in pratica legandola al letto. Alla nostra ferma opposizione hanno risposto che in questi casi è una pratica adottata in quell'ospedale. Il risultato è che l'abbiamo ritrovata il giorno seguente con le gambe pericolosamente incastrata nelle sbarre del letto e totalmente impregnata di urine miste a sangue. Una vergogna».

In seguito alla denuncia i carabinieri sono intervenuti nel reparto: al termine del sopralluogo è stato concesso ai familiari dell'anziana di rimanere ad accudirla. La vicenda è stata resa nota dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli che chiede una indagine interna all'ospedale.

«Bisogna fare luce su questa vicenda al più presto - chiede Borrelli, componente della commissione Sanità - perché qualcuno ci deve spiegare se sia lecito in quelle condizioni legare una paziente al letto, se sia possibile negare l'assistenza personale di un familiare ad una paziente in quelle condizioni, se sia permesso negli stessi reparti la presenza di assistenti a pagamento che non sono inquadrati nel personale ospedaliero e, infine, se la presenza di persone sia consentita in caso di prestazioni intramoenia». «Chiedo inoltre al direttore dell'ospedale - prosegue Borrelli - come mai, solo in seguito all'intervento dei Carabinieri, si sia consentito ai parenti della donna ricoverata di poter rimanere vicino a lei. Una circostanza che fa sorgere numerosi dubbi sulle regole che normano la presenza di persone nei reparti al di fuori degli orari di visita. Infine ho chiesto una indagine interna all'Azienda ospedaliera su una vicenda che ha troppi punti a mio avviso di enorme gravità».

LA REPLICA
Respinge le accuse al mittente Pasqualino De Marinis, direttore della Unità operativa complessa di Neurochirurgia dell'Azienda ospedaliera di Caserta «Sant'Anna e San Sebastiano», dove è ricoverata una donna che, secondo la denuncia del figlio, è legata al letto e non è assistita nel migliore dei modi. De Marinis, che è anche vicepresidente nazionale della Società Italiana di Neurochirurgia, in una nota sottolinea che «la signora, che sarà dimessa domani, è stata curata in maniera pronta ed efficace». E spiega cosa è successo. La donna è stata ricoverata lo scorso 30 novembre «perché affetta da ematoma subdurale cronico riacutizzato emisferico sinistro con un quadro neurologico caratterizzato da emiparesi destra». «Nel rispetto delle rigorose regole della Uoc di consentire la presenza dei familiari dei pazienti (tutti molto delicati!) solo 3 ore al giorno, in coincidenza con i pasti, ci si è attenuto rigorosamente a tale regolamento anche per la signora, nonostante le vivaci richieste di deroga, dal primo momento, da parte del figlio che lavora presso l'Aorn Cardarelli - spiega - Come spesso accade in tale patologia, la paziente presentava uno stato di agitazione che non era opportuno controllare con farmaci al fine di meglio monitorare l'evoluzione dello stato neurologico».

«L'assistenza infermieristica - sottolinea - in questo caso come sempre, era del tutto attenta e scrupolosa, provvedendo continuamente a controllare la signora, a cambiarla prontamente per gli episodi di vomito presentati e le veniva bloccata soltanto una mano con una legatura soffice atraumatica in modo da impedirle di strapparsi il catetere vescicale e il catetere di drenaggio intracranico impiantato all'atto dell'intervento chirurgico effettuato in data 5 dicembre».
Il direttore definisce il decorso postoperatorio «del tutto regolare»: «attualmente la paziente è perfettamente sveglia e collaborante e ha ripreso la motilità degli arti in precedenza paretici; è prevista la dimissione domattina, in quarta giornata dall'intervento. La dimissione in tempi brevi e con il completo recupero è la miglior risposta a polemiche strumentali».
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