Angela Celentano scomparsa sul Faito, la foto di un neo sulla schiena riapre la pista sudamericana

Una nuova traccia riaccende la speranza

Angela Celentano scomparsa sul Faito, la foto di un neo sulla schiena riapre la pista sudamericana
di Leandro Del Gaudio
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Lunedì 5 Settembre 2022, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 08:28

Un neo sulla schiena che ha lo stesso colore di quello della bambina svanita 26 anni fa durante una gita al Monte Faito (Napoli). Un neo fotografato e spedito in Campania, che presenta le stesse caratteristiche cromatiche di quello che spiccava sulla schiena di una bambina scomparsa in circostanze ancora misteriose. Parliamo di Angela Celentano, caso doloroso, rimasto scolpito nella coscienza di tutti. Un neo, dunque. Troppo poco per dare inizio a una nuova pista?

Restiamo agli ultimi tasselli di questa storia: gli attuali genitori della donna che presenta il neo “sospetto” non sono italiani, vivono in sud America, ma conoscono il nostro territorio. È accertato che negli anni Novanta abbiamo avuto costanti rapporti con la Campania, in particolare con Vico Equense.

Ingredienti che spingono a tenere aperta la speranza, a distanza di 26 anni, di ritrovare Angela Celentano, scomparsa quando aveva tre anni il 10 agosto del 1996.

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Si torna in un paese latino-americano. A distanza di oltre dieci anni dalla scottante delusione messicana, quando venne individuata una ragazza (si chiama Celeste Ruiz ed era solo somigliante ad Angela), la ricerca non è finita. C’è una pista che è figlia del lavoro grafico e informatico fatto all’inizio di agosto, quando è stato diffuso il volto possibile di Angela Celentano ricostruito al computer. Tra le tantissime segnalazioni giunte alla famiglia della bambina, puntualmente visionate da un pool di esperti coordinato in prima battuta dal penalista napoletano Luigi Ferrandino (che storicamente assiste i genitori di Angela), ce n’è una che sembra avere una consistenza degna di nota. Nessuno si sbilancia, si resta con i piedi a terra, provando a solcare ogni possibile traccia investigativa. 

 

Ma cerchiamo di capire come si è arrivati a una nuova possibile pista latino-americana. Torniamo ai primi di agosto, quando viene diffuso il volto possibile di Angela, grazie al lavoro di Missing Angels Org (associazione con sede in Florida), che seguono anche il caso di Angela: una ricostruzione grafica utilizzando i tratti somatici dei genitori Catello e Maria, ma anche delle sorelle Rosa e Noemi. In pochi giorni, sono giunte tante segnalazioni, come da prassi: tra queste, una che ha maggiormente impressionato l’associazione che collabora con la famiglia. Esiste una ragazza che ha la stessa età di Angela (un elemento quest’ultimo confortato da una accurata indagine anagrafica fatta sul posto), che vive in una nazione del centro America (che si preferisce non svelare, in attesa di nuovi riscontri, per non vanificare la nuova traiettoria investigativa). Si tratta di una donna di 29 anni, che ha un neo sulla schiena, che si sarebbe spostato di qualche centimetro rispetto alla posizione rilevata dai genitori di Angela nel 1996 (fatto abbastanza naturale, secondo quanto spiegato nel corso di una consulenza dermatologica formalizzata ad hoc); un neo che avrebbe lo stesso colore e la stessa consistenza di quello conosciuto dai genitori della piccola sparita dal monte Faito.  

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Inevitabile a questo punto una domanda: bastano un neo e una somiglianza estetica per alimentare speranze su un caso tanto doloroso? Sembra che ci sia dell’altro. In questi giorni, i contatti tra Napoli, la Florida e alcuni soggetti operativi in Sud America, si sono decisamente intensificati. La donna di 29 anni indicata come la possibile Angela Celentano viene tenuta sotto stretto controllo. Sono state fatte delle ricerche ed è emerso che i genitori in passato sono stati in Campania. Quando? Proprio tra il 1995 e il 1996, quando si consumò il rapimento di una bambina strappata alla dolcezza della vita familiare. Semplici coincidenze? Stessa età, una vita familiare passata al setaccio, nel corso di un’inchiesta che ora attende il dato dirimente. Quale? L’analisi del Dna, ancora una volta destinato a dare una svolta nella caccia infinita alla bimba sparita dal Monte Faito.

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