Allevatore scalciato dalla mucca, morto in ospedale dopo sei giorni di agonia

Allevatore scalciato dalla mucca, morto in ospedale dopo sei giorni di agonia
di Cesare Arcolini
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Sabato 23 Gennaio 2021, 12:46

BRUGINE - È stato fatto l’impossibile per salvarlo, ma alla fine i medici che l’hanno preso in cura non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Sabato scorso era rimasto vittima di un infortunio sul lavoro nell’azienda del padre. Dopo sei giorni di agonia il cuore di Nicola Caron, 49 anni, ha smesso di battere. È morto in ospedale a Padova senza mai riprendere conoscenza. Il quarantanovenne lascia la moglie Emanuela e due figli di sette e dieci anni. Il 16 gennaio era al lavoro all’interno dell’azienda agricola allevamento bestiameCaron Pietro Paolo” di via Ardoneghe, non distante dalla sua abitazione. A un tratto è stato scalciato da un bovino. L’impatto ha fatto cadere a terra l’imprenditore. Ha sbattuto violentemente la testa. Istintivamente si è subito rialzato. Sembrava nulla di grave, ma qualche secondo dopo è stramazzato al suolo privo di sensi. I presenti hanno subito intuito la gravità della situazione. Immediato l’allarme al 118. Sul posto è arrivato il personale medico del Suem. Il ferito è stato stabilizzato e trasportato in ospedale a Padova in prognosi riservata. In azienda sono giunti anche i carabinieri e il personale dello Spisal. Nei giorni che hanno seguito il ricovero la vittima non ha avuto alcun miglioramento nonostante l’intervento chirurgico effettuato nell’immediatezza per ridurgli un’ematoma cerebrale.

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I RICORDI DEL CUGINO


Il quarantanovenne imprenditore era cugino di Jhonny Caron, attuale vicesindaco di Brugine. «È assurdo – ha commentato ieri l’amministratore - morire così per un infortunio sul lavoro. Nicola lavorava con il papà da una vita. Non riesco a capire cosa possa essere accaduto negli attimi che hanno preceduto la caduta. E’ un momento devastante per tutta la famiglia». In passato Nicola Caron aveva già subito un grave infortunio sul lavoro, ma si era ripreso e aveva proseguito nella sua attività in azienda. «Ricordo - ha proseguito il vicesindaco - che cadde da un pagliaio fratturandosi entrambe le gambe.

Non è stata, dunque, una vita fortunata sul fronte della salute quella di Nicola. Soffriva anche di altre patologie, ma è sempre andato avanti con passione e professionalità. Era un eccellente padre di famiglia. Sua moglie, i suoi figli erano il fulcro delle sue giornate e quando il lavoro lo permetteva, amava stare in compagnia dei suoi affetti più cari».

UN PAESE IN LUTTO


Oltre alla moglie e ai due figli la vittima lascia nello strazio anche i genitori Pietro Paolo, titolare dell’azienda, la mamma Maria e due fratelli, Fabio e Federico. La famiglia, in un ultimo atto d’amore, ha dato il consenso per la donazione degli organi. Fin dalla sera dell’infortunio sul lavoro in paese a Brugine tutti sapevano della gravità della situazione. In tanti hanno pregato sperando in un miracolo, ma ieri la verità è emersa e ha lasciato tutti senza parola. Vicino alla famiglia del quarantanovenne si è posto ieri anche il sindaco di Brugine Michele Giraldo: «L’azienda Caron è tra le più apprezzate del nostro territorio e Nicola era un grande lavoratore oltre ad essere il cugino del mio vicesindaco. In un momento così straziante c’è poco da dire - ha proseguito - desidero solo pregare in silenzio per i suoi due figli e per tutti coloro che amavano Nicola e in questi anni ne hanno apprezzato le qualità sia umane che professionali». Il cordoglio e la vicinanza al vicesindaco sono giunti anche da tutto il resto dell’amministrazione comunale.

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