Alika ucciso a Civitanova, Ferlazzo resta in carcere: «Chiedo scusa, nessuna motivazione razziale». Il gip: «Soggetto pericoloso e violento»

L'operaio di 32 anni venerdì scorso ha pestato a morte il nigeriano in strada

Alika ucciso a Civitanova, Ferlazzo resta in carcere: «Chiedo scusa, nessuna motivazione razziale»
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Lunedì 1 Agosto 2022, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 23:42

Per la morte di Alika è convalidato l'arresto di Filippo Ferlazzo, l'operaio di 32 anni che venerdì scorso ha pestato a morte il nigeriano Alika Ogorchukwu in strada, a Civitanova Marche (Macerata).

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Davanti al gip di Macerata Claudio Bonifazi, nell'udienza di convalida che si è tenuta nel carcere anconetano di Montacuto, Ferlazzo, assistito dall'avv.

Roberta Bizzarri, ha «collaborato, ha chiesto scusa e ha chiarito che non c'è stata alcuna motivazione di tipo razziale». Lo ha riferito la legale di difesa al termine dell'udienza.

 

Il gip: «Violento e con elevata pericolosità sociale»

È un soggetto «violento e con elevata pericolosità sociale» Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, l'operaio di 32 anni che venerdì scorso ha pestato a morte l'ambulante nigeriano 39enne Alika Ogorchukwu in strada, a Civitanova Marche (Macerata). Lo scrive il gip di Macerata Claudio Bonifazi nell'ordinanza che ne dispone la custodia in carcere. La misura è prevista anche con riferimento ad «evidenti gravi indizi di colpevolezza»: in attesa dei risultati dell'autopsia, osserva il gip, sembra evidente che il decesso sia dovuto all'aggressione. Il gip fa riferimento a un «disturbo bipolare» per il 32enne che dovrà essere approfondito.

Procura: si valuta posizione della madre di Ferlazzo

Saranno effettuati nelle prossime ore approfondimenti sulla situazione sanitaria legata allo stato di salute mentale di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, l'operaio che ha ucciso l'ambulante nigeriano a Civitanova Marche. Allo stesso tempo verrà valutata la posizione dell'amministratore di sostegno di Ferlazzo, ovvero la madre, e sul perché si trovasse a così tanta distanza dal giovane, sempre tenendo presente quali fossero gli effettivi compiti del suo ruolo. Il profilo dell'aggravante razziale è escluso. Lo ha riferito Claudio Rastrelli, sostituto procuratore di Macerata, che indaga sulla vicenda.

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