Pedofilia, il Papa fa arrestare un arcivescovo pedofilo in Vaticano

Wesolowski
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 24 Settembre 2014, 01:53 - Ultimo aggiornamento: 16:39

CITTA' DEL VATICANO - Chiss che faccia ha fatto l'ex nunzio apostolico monsignor Jozef Wesolowski quando i gendarmi, ieri pomeriggio, gli hanno notificato il provvedimento.

Un pezzo di carta pieno di timbri, con la firma del Papa, Franciscus, vergato di suo pugno, con la grafia piccolina, quasi illeggibile.

PALAZZO DEI PENITENZIERI

Per ora sconterà gli arresti domiciliari nel palazzo dei Penitenzieri dove vive, in un modesto appartamentino che la Segreteria di Stato gli ha dato in uso qualche mese fa, per evitare il rischio di farlo risiedere in qualche albergo romano come se niente fosse. Un caso ingombrante. Una sfilza di crimini. Pugno duro verso i preti pedofili, coloro che si sono macchiati del crimine peggiore, che hanno tradito il sacro vincolo del sacerdozio e gettato fango su una intera istituzione, la Chiesa. Lo aveva promesso Papa Bergoglio: chi abusa di un bambino si merita che venga gettato in mare con una macina da mulino appesa al collo. Detto, fatto. Il dossier Wesolowski giaceva sui tavoli più importanti del palazzo apostolico in attesa che il pontefice decidesse cosa fare. Scottava. Eccome se scottava. Non per altro si tratta del primo esponente della diplomazia vaticana ad venire espulso dal rango di nunzio apostolico per indegnità, il primo arcivescovo al quale vengono dati gli arresti domiciliari, il primo cittadino polacco che, probabilmente, chissà, verrà giudicato in Polonia. Un nodo ancora da sciogliere, perchè ancora non è stato chiarito quale sarà l'iter da seguire. La Repubblica Dominicana, sede dell'ultimo incarico in nunziatura, dove sono stati consumati i reati, gli adescamenti a giovani ragazzi, dove la polizia di Santo Domingo ha raccolto prove inconfutabili, scattato fotografie e messo assieme un dossier a dir poco imbarazzante, sembra voglia chiedere l'estradizione.

LO SCOOP

La notizia – diffusa dal tg de La7 - dei domiciliari doveva restare ancora coperta per un po', in attesa di capire meglio il da farsi. Ma era impossibile; l'accaduto segna un precedente che potrebbe, in linea teorica, anche aprire la via ad altre punizioni esemplari in curia. Il portavoce del Santa Sede, padre Lombardi, in serata ha confermato che il Promotore di Giustizia del Tribunale di prima istanza aveva convocato l’ex nunzio, a carico del quale era stata avviata un’indagine penale. «Al prelato - già condannato in prima istanza dalla Congregazione della Dottrina della Fede alla riduzione allo stato laicale al termine di un processo amministrativo penale canonico - sono stati notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico per gravi fatti di abuso a danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana». In Vaticano sottolineano che la gravità degli addebiti ha indotto gli inquirenti a disporre un provvedimento restrittivo «che, alla luce della situazione sanitaria dell’imputato, comprovata dalla documentazione medica, consiste negli arresti domiciliari, con le correlate limitazioni, in locali all’interno dello Stato vaticano». Ovvero, il palazzo dei Penitenzieri, a via della Conciliazione.

GLI ASPETTI CANONICI

Il Papa ovviamente ha seguito e approvato ogni fase della vicenda. Wesolowski, 66 anni, era stato messo sotto inchiesta anche dalla Congregazione della Fede per quanto riguarda gli aspetti canonici.

Ora il provvedimento riguarda solo gli aspetti penali e civili. In buona sostanza il nunzio potrebbe essere dunque processato da 3 diversi tribunali: da quello vaticano, da quello domenicano, competente sui suoi reati e da quello della Polonia, che è la sua patria di origine, e che, in base ad accordi internazionali persegue i reati di abuso compiuti all’estero dei suoi cittadini.