LE DOMANDE
All’enorme sforzo sul fronte dell’accoglienza (entro la fine dell’estate i migranti arrivati dal mare toccheranno quota 100mila), il Viminale ha deciso di dare risposte intervenendo anche sulla macchina amministrativa. Sia per alleggerire la mole di lavoro delle questure nel rilascio e nel rinnovo dei permessi di soggiorno dei lavoratori stranieri, sia per aumentare l’attività del Sistema di protezione per i richiedenti asilo (Sprar) e delle Commissioni territoriali competenti, messi a dura prova da un eccezionale numero di domande (+28% nei primi mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2013).
I PERMESSI DI LAVORO
Nella bozza di decreto, la durata massima dei permessi di soggiorno per lavoro subordinato a tempo determinato salirà da uno a due anni. Inoltre, verrà allungata da due a tre anni la durata dei rinnovi dei permessi di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale e per lavoro autonomo. Analogo innalzamento avranno, di conseguenza, i permessi per ricongiungimento familiare. Cambiano anche le norme sui permessi di soggiorno brevi, inferiori ai tre mesi, per affari, turismo e studio: gli stranieri potranno circolare in Italia sulla base del solo visto di ingresso.
L’ASILO
Velocizzare l’esame della mole di domande per il riconoscimento dello status di rifugiato è un obbligo, tenuto conto delle procedure d’infrazione aperte in sede Ue a carico dell’Italia. Le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale saranno insediate presso le prefetture e passeranno da 10 a 20, con la possibilità di attivare fino a trenta sezioni in caso di necessità. Uno dei componenti delle Commissioni, inoltre, sarà designato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Saranno poi ampliate le strutture Sprar con un’integrazione di fondi di circa 50,8 milioni di euro per il 2014, ai quali vanno aggiunti altri 62,7 milioni cui il ministero dell’Interno potrà attingere per l’emergenza sbarchi.
GLI AFFONDAMENTI
Infine, una norma su cui rischiano di aprirsi divergenze, e non da poco, con gli ambientalisti. Nella bozza del decreto è previsto che in operazioni come ad esempio Mare Nostrum, o comunque di carattere umanitario o di contrasto all’immigrazione clandestina, il comandante di unità navali della Marina militare possa procedere, in acque internazionali, all’affondamento delle carrette del mare. Ovviamente dopo aver messo in salvo i disperati a bordo e dopo aver accertato l’assenza di sostanze gravemente inquinanti o di elementi di prova da assicurare all’autorità giudiziaria. Una soluzione, questa, per impedire ad altri trafficanti di uomini di recuperare le imbarcazioni per nuovi viaggi.
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