Nomine Ue, rispunta Letta: pressing di Hollande e Cameron per l'ex capo dell'esecutivo

di Alberto Gentili
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Giovedì 26 Giugno 2014, 08:23
ROMA - Vedere Angela Merkel sconfessare i falchi della Bundensbank in nome della flessibilit ha fatto molto felice Matteo Renzi: «La sua enfasi sulla crescita è la nostra». E ancora più contento il premier italiano sarà questa sera alla cena di apertura del Consiglio europeo a Ypres, quando i leader dell’Unione ratificheranno (David Cameron permettendo) il “patto di programma” per la crescita e l’occupazione. Il patto «che cambia verso all’Europa», chiesto da Renzi per poi procedere alla nomina (con voto a maggioranza) del nuovo presidente della Commissione, il lussemburghese Jean Claude Juncker.



Renzi parla di «risultato straordinario», convinto che non ci saranno sorprese dal lavoro di limatura del “patto di programma” da parte degli sherpa. Un risultato che ha illustrato ieri mattina al capo dello Stato. Ma con Giorgio Napolitano, il premier ha parlato anche delle difficile partita delle nomine. Con un nuovo problema: dopo aver praticamente “chiuso” sulla candidatura del ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ad Alto rappresentante della politica estera e sicurezza dell’Unione, tutto nelle ultime ore si sta complicando. Improvvisamente, su pressione di alcune cancellerie (Parigi e Londra in testa), è tornato forte il nome di Enrico Letta per il prestigioso ruolo di presidente del Consiglio europeo. Una mossa dettata dalla contrarietà dei francesi ad affidare il Consiglio europeo alla premier danese Helle Thorning Schmidt, esponente di un Paese fuori dall’euro. E dalla strategia del premier britannico Cameron, determinato a bloccare Juncker, di rendere quanto mai complicata la partita della nuova Commissione.



Nell’entourage di Renzi, descritto da fonti francese «molto irritato» per l’intromissione nelle candidature italiane («il nome italiano lo decidiamo noi, non altri»), si accoglie la novità con diplomazia: «Letta è una persona molto stimata e questo riconoscimento non può che renderci orgogliosi. Se davvero verrà proposta la sua nomina si vedrà, l’importante è uscirne bene come Paese». Ma è evidente che la mossa di francesi e inglesi complica la partita di Renzi e del sottosegretario all’Europa Sandro Gozi. Perché la presidenza del Consiglio europeo è più “pesante” del ruolo di Alto commissario, dunque sarebbe difficile rifiutarla. E perché sarebbe imbarazzante porre un veto al nome di Letta per ottenere l’elezione della Mogherini.



IL PRESSING

Per questo Renzi, a dispetto delle previsioni della vigilia che danno per scontato il rinvio della definizione complessiva del “pacchetto nomine”, questa sera si batterà per cercare di chiudere subito l’intera partita. Obiettivo: incassare immediatamente il via libera alla Mogherini. «Non chiediamo un sì formale, ma almeno politico alla definizione dell’identikit della squadra che guiderà l’Unione nei prossimi anni», spiegano a palazzo Chigi, dove per prudenza si cominciano ad analizzare altre strade come la guida dell’Eurogruppo per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.



C’è da dire che Letta, forse per scaramanzia (sicuramente per diplomazia), fa sapere di considerare archiviata la questione. «E comunque Enrico non cerca nomine», dice un suo collaboratore. E c’è da aggiungere che l’incertezza monta di ora in ora, tanto più se tutto slittasse a un nuovo vertice a metà luglio e se - per assicurare una maggioranza certa a Juncker nell’Europarlamento - popolari e socialisti dovessero essere costretti a sganciare qualche poltrona ai liberali.



A risollevare il morale di Renzi ci ha pensato Barack Obama. Il presidente americano ha chiamato il premier per parlare della crisi ucraina. E tra «my friend» e «condoglianze» scherzose per l’uscita dell’Italia dai mondiali di calcio, Obama ha anche affrontato il tema del Consiglio europeo, «manifestando attenzione e incoraggiamento», dicono nell’entourage di Renzi, «per le ambiziose riforme strutturali messe in campo da un’Italia che Washington considera spina dorsale del progetto europeo».