Scambio di embrioni al San Camillo, blitz dei Nas: sparita l'associazione che ha dato l'allarme

Scambio di embrioni al San Camillo, blitz dei Nas: sparita l'associazione che ha dato l'allarme
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 20 Giugno 2014, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 09:45

Scambio di embrioni al Pertini? La bufala prende sempre pi forma.

Per un attimo mettiamo da parte le note ufficiali di Regione e Asl che assicurano: nessuna coppia con quei nomi ha fatto la fecondazione assistita al Pertini e il referto dell’amniocentesi con il logo del San Camillo è falso, partono le querele (e il risarcimento danni).

Tra i medici c’è chi paventa anche l’ipotesi di un boicottaggio contro il Pertini. Parentesi: il referto è un fake, fatto scrivendo un nome differente da quello della donna che realmente è stata sottoposta a quell’esame. Il nome reale offre una traccia ai Nas, che ieri hanno svolto una ispezione al Pertini, per risalire agli autori della bufala. In attesa dell’esito dell’inchiesta, andiamo però a cercare Agitalia, l’associazione che mercoledì ha denunciato il caso preannunciando la richiesta di risarcimento di un milione di euro. Ai numeri di telefono di colui che diceva di essere il marito non risponde nessuno. Lo stesso al 380 a cui rispondeva colei che diceva di essere la moglie (o un’impiegata dell’associazione, dipende dal giornalista che chiamava). Spenti i cellulari dell’associazione: strano, mercoledì finta madre, finto padre, esponenti di Agitalia parlavano con chiunque.

LA SEDE DESERTA

Va bene, allora andiamo alla sede di Agitalia. Sul sito (www.agitalia.info) ci sono due indirizzi. Il primo, viale Libia 158. Qui c’è un negozio di abbigliamento (non di tappeti perché l’ironia sarebbe stata sublime): «Vengono in molti a chiedere di Agitalia, c’è un errore sul sito, penso. Al numero 158 di Viale Libia ci siamo noi». Un errore può capitare. Secondo indirizzo: viale Eritrea 21. Un palazzo, decine di campanelli. Ma il nome «Agitalia» non c’è. Il portiere: loro vengono qui solo se si prende appuntamento via mail, ma io non li ho mai visti. Da quello che so, ricevono all’interno di un bed&breakfast. Torniamo al sito web, allora.

L’Associazione si dice specializzata in rimborsi di vecchi titoli di stato o buoni postali. In giro per l’Italia ha segnalato vari casi, che si sono rivelati molto sospetti. Il Corriere di Rimini ha scoperto un risvolto divertente. Agitalia ha diffuso la notizia di due distinti casi: una signora di 98 anni che a Rimini trova 47 milioni di lire nel materasso e una di 102 di Massa Carrara che recupera un vecchio libretto bancario. Per le due differenti bufale è stata allegata la foto della stessa signora.

Quando si parla di bufale, a Roma, si accende la scritta luminosa con il nome dell’avvocato Giacinto Canzona (tra le più famose balle vendute ai media c’è la coppia che dichiarava di avere perso un figlio durante il naufragio della Costa Concordia e la maxi eredità ricevuta da un cagnolino). Smascherato da Striscia la notizia, l’ordine degli avvocati di Tivoli ha anche aperto un procedimento nei suoi confronti.

Chi ha registrato il dominio www.agitalia.info? Mario Marchetti. Se si cerca negli archivi, in due casi Canzona compare con l’avvocato Mario Marchetti. Magari è solo un’omonimia. Il dg del Pertini presenterà una denuncia per calunnia; il presidente della Regione, Zingaretti: «Qualcuno pagherà». La relazione del San Camillo nero su bianco scrive (con la firma della professoressa Paola Grammatico) che il referto è manomesso (e il nome della signora cambiato): «Sul referto oltre ad essere stati modificati i codici e la data di accettazione ed essere stata cancellata la firma del biologo è stata aggiunta la nota ”dall’esame del liquido amniotico si evidenzia un profilo genetico del feto non compatibile con quello materno”. Una incompatibilità genetica non può in alcun modo essere evidenziata da una analisi dell’alfa-feto proteina».

Eppure, ieri Agitalia ha rilanciato e, via mail, ha denunciato il caso di un’altra signora che sospetterebbe uno scambio di embrioni. La signora però frena: «Leggendo i giornali mi era venuto qualche dubbio, avevo trovato non all’altezza le procedure al Pertini e avevo chiesto informazioni all’associazione. Ma non volevo certo sollevare tutto questo polverone, sono scioccata».

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