Spagna, Juan Carlos non è più re. E ora è polemica sull'immunità

Spagna, Juan Carlos non è più re. E ora è polemica sull'immunità
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Mercoledì 18 Giugno 2014, 20:26 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 09:27
Un emozionato Juan Carlos I, in una breve e solenne cerimonia a Palazzo Reale, ha controfirmato oggi come ultimo atto da capo dello Stato la sua abdicazione, che comporta la perdita dell' inviolabilità, della quale ha goduto dal 1975. Dopo circa 40 anni di regno, il monarca che ha traghettato la Spagna dalla dittatura alla democrazia ha ceduto simbolicamente la poltrona al figlio, Felipe VI, re già dalla mezzanotte tra mercoledì e giovedì, e che sarà proclamato domani davanti alle Cortes. E mentre nella capitale fervono i preparativi, il governo lavora contro il tempo per approvare una legge ad hoc per garantire uno 'scudò giuridico all'ex monarca, che con Sofia manterrà per decreto il trattamento di maestà. Una protezione speciale, simile a quella che in base all'articolo 56 della costituzione tutela il capo dello Stato da incriminazioni penali o civili, e che garantirà al re uscente la condizione di 'aforadò, in base alla quale potrà essere giudicato solo da un tribunale superiore di giustizia, come avviene per circa 10.000 fra parlamentari, magistrati e alte cariche dello Stato.



Ma, nel caso di Juan Carlos, l'esecutivo punta a estendere la tutela oltre le funzioni pubbliche, uno status senza precedenti nella democrazia spagnola. Si vuole ridurre la 'vacatio legis' ed evitare un vuoto pericoloso, che inquieta i circoli monarchici, anche perchè finora la blindatura giuridica ha protetto il 76enne ex monarca da grane giudiziarie, come l'eventuale citazione come testimone nell'inchiesta Noos - in cui sono coinvolti il genero Urdangarin e la consorte Cristina - e le due imbarazzanti richieste di riconoscimento da parte di due presunti figli illegittimi: Albert Sola, 58 anni, cameriere spagnolo, e Ingrid Sartiau, 48 anni, massaggiatrice belga, che hanno entrambi presentato richieste di riconoscimento del Dna, finora frenata dalla 'inviolabilita» del sovrano.



La formula alla quale lavorerebbe l'esecutivo del Pp per lo scudo giuridico, è l'approvazione - già venerdì - di un emendamento urgente al progetto di legge sulla razionalizzazione del settore pubblico, che regola fra l'altro i pensionamenti dei giudici, attualmente all'esame del Parlamento. Secondo quanto anticipa oggi El Pais, sarebbe questa la strada più breve rispetto all'ipotesi inizialmente ventilata di riformare il progetto di legge che regola il potere giudiziario, nel quale già a marzo il governo Rajoy ha inserito una norma per la protezione giuridica da 'aforadà della regina Sofia e del principe delle Asturie.



Tuttavia, nel giorno dell'abdicazione del monarca, il dibattito sull'immunità 'perpetuà è incandescente e divide i partiti, oltre ad alimentare l'opposizione dei repubblicani. Oggi, dopo la riunione dei capigruppo al Congresso dei deputati, il portavoce dei popolari, Antonio Alonso, ha confermato la posizione del partito: «la nuova situazione richiede regole urgenti» e i popolari ci lavoreranno da domani. Ma per la sua collega del Psoe, Soraya Rodriguez,secondo quanto riferisce El Pais, «è improbabile» che i socialisti firmino un'iniziativa di legge con il Pp per regolare lo status giuridico dell'ex re, ed ha ricordato che il partito di governo ha vietato per la sesta volta una commissione parlamentare di inchiesta sulle finanze di Juan Carlos.
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