RIETI - Come funzionava un aereo, pochi o forse nessuno dei ragazzi che frequentano l’istituto scolastico superiore Celestino Rosatelli lo sapevano. Come si potesse costruire un caccia dell’aviazione militare italiana degli anni Venti, dalla progettazione alla messa su pista... Beh, neppure a pensarci. Eppure, basta entrare un pomeriggio qualsiasi all’interno della scuola per capire che gli interrogativi che avevano un perché appena un anno fa, ora sembrano lontani anni luce.
Svaniti dietro il lavorio costante e scrupoloso di 52 ragazzi che, dalla progettazione al computer all’assemblaggio delle parti in legno, prodotte tutte in proprio, stanno dando corpo a un’idea meravigliosa e sostanza a un progetto scolastico unico e senza precedenti in Italia: creare una vera e propria azienda - areonautica nel caso - in grado di ricostruire il caccia CR1 e metterlo su pista, perfettamente funzionante, con tanto di certificazione di qualità e autorizzazione per il volo.
E’ tutto vero e tutto lo si sta realizzando nelle aule del Rosatelli, dove scuola e lavoro si sovrappongono in simbiosi perfetta, permettendo agli studenti (senza distinzioni di età e indirizzo di studi) che hanno aderito al progetto di acquisire conoscenze che neppure dieci di studi potrebbero dargli e ottenere, oltre al diploma finale, un attestato della scuola che potrà essere allegato al curriculum da presentare una volta che si busserà alle porte di un’azienda per un posto di lavoro.
MIRACOLO REATINO
Un miracolo, perché di questo si tratta, che ha il volto, la caparbietà e il rigore del comandante Luigi Aldini - pilota di aliante, costruttore dell’aereo Falco serie V (la Ferrari dei cieli) e manager di azienda - e l’entusiasmo e l’intelligenza di battere nuove vie didattiche della preside Daniela Mariantoni, assistita dall’ingegnere Sabatino Falsini che giornalmente supervisiona i lavori di progettazione e costruzione del CR1. Un aereo con la A maiuscola, non uno qualsiasi. Il primo caccia dell’aviazione militare italiana, entrato nella leggenda perché nessun esemplare è sopravvissuto, progettato e realizzato da Celestino Rosatelli, reatino di Belmonte, che ha scritto pagine importanti nella storia dell’aviazione italiana.
IL RICORDO DI CELESTINO ROSATELLI
La ricostruzione del CR1 acquisisce quindi anche una valenza particolare per la città che può così onorare un cittadino benemerito.
Il progetto del CR1 è stato realizzato al computer sulla base dei disegni originari di Celestino Rosatelli, risalenti al periodo delle due Guerre mondiali, e lo sviluppo di essi è opera degli studenti, suddivisi in settori (progettazione, produzione metallica, produzione legno, montaggio, controllo, senza dimenticare il settore organizzazione costi e personale e quello comunicazione, web, ricerca storica, foto e video e traduzione inglese).
Organizzazione del personale
Settore Comunicazione
Scrittura articoli
Anna Paolucci, Giulia Lancia, Gabriela Anuta, Ilaria Zacchia, Marta Baselli
Traduzione inglese
Davide Di Credico, Samuele Feliciangeli, Francesco De Angelis, Cristiano Piergallini, Luca Scopigno, Marco Procoli, Marco Lo Prinzi
Ricerca storica
Andrea Angeletti, Ludovica Aleandri, Valerio Lucandri, Samuele Paolucci, Carlo Fiorillo, Daniele Moretti
Sito Web
Alexei Bostan, Stefano Lancia, Alessandro Biondi, Samuele Feliciangeli
Foto e video
Jessica Santacroce, Ludovica Di Gregorio, Antonello Sgnaolin, Lucia Quintili, Marco Lo Prinzi, Stanislav Antokhi
Comunicazione esterna
Rita Panitti, Lucia Quintili
Settore Lavorazione
Organizzazione costi e personale
Fabio Ferri, Cristopher Alessandrini, Mattia Galli, Mattia Sola
Montaggio
Antonio Altobelli, Lorenzo Iachetti, Mohamed Moussaoui, Ivan Patacchiola
Controllo
Matteo Palmerini, Andrea Canova, Damiano Mariani
Progettazione
Adriano Mazzetto, Lorenzo Cavalli, Luca Marcelli, Federico Volpi
Produzione metallica
Federico Simeoni, Massimo Di Gregorio
Produzione legno
Alex Pandolfi, Andrea Francia, Stefano Zonetti
Leader e collaboratori
Giuseppe Poscente, Vinod Kumar