Salva Roma, scontro Marino-Renzi. Il sindaco minaccia: blocco la città. Il premier: «Toni incomprensibili». Domani il cdm vara un nuovo decreto

Salva Roma, scontro Marino-Renzi. Il sindaco minaccia: blocco la città. Il premier: «Toni incomprensibili». Domani il cdm vara un nuovo decreto
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Giovedì 27 Febbraio 2014, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 08:29

Scintille fra il sindaco di Roma Ignazio Marino e Palazzo Chigi all'indomani dello stop al decreto Salva-Roma. Le dichiarazioni del sindaco, «blocco la città», hanno infastidito non poco Renzi: «Inviterei ad usare anche tra noi un linguaggio diverso: le motivazioni di Marino erano comprensibili, il tono no». In ogni caso «Domani il governo approverà il decreto sugli enti locali».

Marino qualche ora prima aveva cercato di abbassare la temperatura dello scontro «Matteo mi ha assicurato che stanno lavorando in queste ore nella direzione di un decreto legge», ha detto il sindaco intervistato a Rainews24. «Renzi è una persona seria, con una grande conoscenza di questi temi, e sono sicuro che quello che mi ha detto è vero», ha aggiunto.

«Se, come il presidente del Consiglio ha affermato, domani avremo un nuovo decreto varato dal Consiglio dei ministri - ha spiegato Marino - esso sarà immediatamente operativo». «Renzi mi ha rassicurato sul fatto che egli stesso è al lavoro con Graziano Delrio per risolvere questo problema: io non voglio una soluzione temporanea o qualche danaro per riparare qualche buca - ha concluso - ma soluzioni strutturali che permettano a Roma di svolgere il proprio ruolo di Capitale d'Italia».

Il nuovo decreto che verrà presentato domani in Cdm «non si deve chiamare Salva Roma, come alcuni lo hanno definito, ma Onora Roma», ha poi commentato il sindaco in serata arrivando al Teatro dell'Opera.

Marino ha sollecitato una risposta concreta, ha detto che si tratta di soldi indispensabili per la capitale e ha minacciato il blocco della città a partire da domenica in caso di ulteriori silenzi, spiegando che è a rischio anche la cerimonia di canonizzazione di due papi.

Irritato per i toni del sindaco - che comunque si dice fiducioso nel premier Matteo Renzi - il governo ha fatto sapere che si sta lavorando per risolvere con urgenza il problema. Quindi la frenata del sindaco a Skytg24: «Io ho fiducia perché la squadra di Governo è fatta da persone serie. Ho fiducia perché sia Delrio che Renzi sono stati sindaci e conoscono cosa significa gestire un bilancio ed avere a che fare con le esigenze dei cittadini».

La minaccia. «Io da domenica blocco la città. Quindi le persone dovranno attrezzarsi, fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu, loro potranno continuare a girare, i romani non potranno girare», aveva detto Marino interpellato a Mix24 su cosa farà senza il salva Roma.

Senza soldi tagli a trasporti, rifiuti e stipendi. «Se io non so quali sono i soldi di cui dispongo perché le leggi nazionali non me lo dicono io non posso spendere. E questo significa che dal 1° marzo, cioè tra qualche giorno dovrò togliere il 90% a tutti i contratti per le società che dipendono dal Comune. Quindi, niente più autobus, niente più raccolta dei rifiuti urbani, tutti i musei chiusi, che non avrò più i soldi per l'illuminazione pubblica, per riscaldare gli uffici pubblici. E questo è un effetto devastante sulla città. Io devo difenderla! Devo difendere le romane e i romani», ha detto ancora il sindaco.

Questo «significa che, ad esempio - ha continuato - non avrò più i soldi per il trasporto scolastico dei bambini, che dovrò azzerare la manutenzione delle strade e delle scuole, che non potrò neanche dare copertura alle somme urgenze se ci fosse un nuovo evento naturale come le precipitazioni atmosferiche dell'alluvione lampo di qualche settimana fa. Non potrò più pagare gli straordinari e dovrò tagliare di almeno il 40% i contratti di tutto il personale che dipende dal comune di Roma e parliamo di persone che guadagnano 1200 euro al mese. Io fino ad oggi ho difeso con i denti e con le unghie i loro salari». E ancora. «Vogliamo ridurre in povertà la Capitale d'Italia?».

Facciamo tutte le manifestazioni a Varese. «Dobbiamo considerare che questa città è la nostra Capitale e come tale ha delle spese che altre città non hanno. Io posso capire, intellettualmente, le proteste di alcuni che si chiedendo 'Perché Roma deve avere di più?'. Allora facciamo una legge nazionale per cui tutte le manifestazioni nazionali si fanno in una cittadina del nord, per esempio a Varese», ha detto poi Marino parlando a Radio Radio del cosiddetto Salva Roma.

«Tutte le manifestazioni a Roma sono circa

400-500 all'anno - ha riferito Marino -. Facciamo una legge per cui il ruolo di capitale per le manifestazioni è Varese. Quando arrivano i black bloc, manifestazioni particolarmente difficili da gestire come quelle dei No Tav o manifestazioni e scioperi importantissimi di lavoratori disperati, come quelli rappresentati dalla grandi sigle sindacali, le mandiamo tutte lì. Roma si scarica i costi della sicurezza, della pulizia, della gestione delle strade, li lascia a Varese. Però con la clausola che quei costi li sopportino i cittadini di Varese con le loro tasse. Perché in questo momento li sopportano i cittadini di Roma con le loro tasse».

Riunione al Mef. Riunione al ministero dell'Economia tra i tecnici di via XX Settembre e quelli della presidenza del Consiglio per affrontare le questioni relative alla vicenda Roma. «Il governo sta lavorando per risolvere con urgenza un problema non creato da noi», spiegano intanto fonti dell’esecutivo riferendosi a un provvedimento da approvare in Consiglio dei ministri probabilmente domani: venerdì 28 era l’ultimo giorno utile per la conversione in legge del decreto poi ritirato.

«Basta chiacchiere». «Il governo deve dire con chiarezza se ci dà gli strumenti legislativi per risanare una volta per tutte. Roma deve poter spendere solo ed esclusivamente i soldi che ha. Non è più il periodo delle chiacchiere, è il periodo dei fatti», ha continuato Marino.

«Non chiamatelo Salva Roma». «Non si chiama Salva Roma - ha detto Marino - i soldi che stanno in quello che voi giornalisti avete chiamato Salva Roma sono soldi delle tasse dei romani che devono essere restituiti ai romani. Non ce li hanno ridati, il governo italiano ce li deve ridare, deve restituire a Roma ciò che è di Roma».

«Santificazione Papi a rischio». «Diciamolo con chiarezza: per marzo non ci saranno i soldi per i 25mila dipendenti del Comune, per il gasolio dei bus, per tenere aperti gli asili nido o raccogliere i rifiuti e neanche per organizzare la santificazione dei due Papi, un evento di portata planetaria», ha aggiunto il sindaco.

«I cittadini dovrebbero inseguire i politici con i forconi». «Io sono veramente arrabbiato». I romani «hanno ragione, dovrebbero inseguire la politica con i forconi. Lo sa che qui a Roma bisogna ancora pagare i terreni espropriati nel 1957 per costruire il villaggio Olimpico? Ma si può continuare a governare così la Capitale d'Italia?».

Il confronto con Renzi. «Non è una questione di sentirsi. Ho grande rispetto per Matteo Renzi e non c'è bisogno di sentirsi. Sono sicuro che questa mia preoccupazione sia anche sua. Roma è la Capitale del paese di cui Matteo Renzi è presidente del Consiglio», ha risposto Marino a chi gli chiedeva se avesse sentito il premier.

«Fiducia in Delrio». «Nelle prossime ore mi sottoporranno i provvedimenti in forma scritta e su quello si giudicherà. Il governo sta lavorando con i nostri vertici amministrativi, dal segretario generale del Campidoglio a quello di Palazzo Chigi fino ai vertici del Mef. Io mi sento rassicurato dal fatto che a Palazzo Chigi ci sia un uomo rigoroso e che ha una conoscenza dettagliata del funzionamento amministrativo dei Comuni come Graziano Delrio e sono certo che questa mia preoccupazione sia anche la sua». «Se la linea deve essere quella del M5s e Lega, ovvero chiamiamo Nerone e bruciamo Roma con tutti i romani, io non sono pronto a fare l'ufficiale liquidatore della Capitale di un paese del G8», ha aggiunto.

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