Ddl contro l'omofobia, emendamento grillino: per condannati servizi sociali all'arcigay

Ddl contro l'omofobia, emendamento grillino: per condannati servizi sociali all'arcigay
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Lunedì 20 Gennaio 2014, 20:46 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 00:11
ROMA - Servizi sociali all'arcigay. Un emendamento del M5S al disegno di legge contro l'omofobia, ora all'esame della commissione Giustizia del Senato, punta a introdurre una «pena accessoria» destinata a far discutere: in caso di condanna può scattare l'obbligo di lavorare da sei mesi a un anno in un'associazione che tutela omosessuali, bisessuali, transessuali o transgender. Obiettivo: far capire meglio il mondo contro il quale si è provata tanta avversione. Sulla proposta, la relatrice Rosaria Capacchione (Pd) non ha dato parere negativo, ma si è rimessa alla volontà della commissione. Cosa che ha fatto andare su tutte le furie diversi senatori del centrodestra tra cui Carlo Giovanardi (Ncd) che minaccia barricate contro la norma e contro il provvedimento così com'è.



È la «ciliegina sulla torta», spiega Giovanardi, in un progetto di legge «liberticida» ed «eterofobo», visto che «viene reintrodotta la rieducazione obbligatoria presso le associazioni gay di chi si ostina per esempio ad essere pubblicamente contrario al matrimonio o all'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali». Il Nuovo Centrodestra, avverte, si opporrà «strenuamente al tentativo di stracciare gli articoli della Costituzione che garantiscono la parità dei cittadini davanti alla legge e la possibilità di esprimere liberamente le proprie opinioni». Ma non è l'emendamento M5S l'unico scoglio del ddl.



Rosaria Capacchione ha dato parere favorevole ad altre proposte di modifica che dovrebbero venire votate da domani e che il centrodestra contesta. Tra queste c'è la modifica della norma cosiddetta 'salva associazioni' che venne approvata a Montecitorio dopo un lungo braccio di ferro. Il Pd, con Luigi Manconi, vuole eliminarla chiedendo che costituiscano «discriminazione aggravata dall'omofobia» anche le opinioni assunte nell'ambito delle associazioni, cioè delle «organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all'attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni».



L'ipotesi di considerare punibili anche le opinioni espresse in qualità di associazioni era stata esclusa con un subemendamento di Gregorio Gitti (oggi PPI, all'epoca Scelta civica) presentato alla Camera. Il Pd al Senato ora la rimette sul tavolo e il centrosinistra sembra pronto a votarla. Ottengono il via libera dal relatore anche altre proposte targate Dem e M5S, che ampliano le condotte punibili: da quelle fondate su omofobia e transfobia a quelle contro orientamento sessuale e identità di genere. E ottiene parere favorevole anche la misura che punta a promuovere tirocini anti-omofobia e anti-bullismo nelle scuole. Incassa il «placet» del relatore anche un emendamento del presidente della commissione Giustizia, Francesco Nitto Palma (FI), che punta a ridurre da 5 a 3 il massimo degli anni che si possono passare in carcere nel caso di istigazione al delitto.
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