Salva-Roma, intesa bipartisan sul decreto
per recuperare 500 milioni

L'aula consiliare
di Mauro Evangelisti e Michela Giachetta
3 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Ottobre 2013, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 08:47
ROMA - Intesa bipartisan per sostenere il Salva Roma, l’emendamento alla legge di stabilit che arriver presto in Parlamento. Ieri pomeriggio è stato approvato in consiglio comunale una mozione votata tanto da maggioranza quanto dalla minoranza. In serata il sindaco Ignazio Marino e la giunta hanno incontrato una quindicina di parlamentari romani, a cui hanno chiesto un impegno forte per quando sarà votato il Salva Roma. Al vertice hanno partecipato anche i capigruppo, per il Pdl c’era l’onorevole Vincenzo Piso, e per Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli. Per il centrosinistra c’erano tra gli altri Gasbarra, Causi, De Petris, Di Stefano, Madia, Meta, Moscardelli, Marroni. Certo quelli del Pd e di Sel erano molto più numerosi dei rappresentanti del centro destra, ma ciò che era avvenuto in consiglio comunale poco prima, vale a dire la mozione bipartisan, viene valutato come un elemento che va a rafforzare l’azione per trovare gli 816 milioni di euro mancanti dal bilancio. Il sindaco, al termine del vertice con i parlamentari, ha confermato che si punta anche a una razionalizzazione delle società pubbliche (e ridiscussione dei contratti di servizio), ad alimentare il secondo decreto per Roma Capitale (come chiesto da Alemanno). Si raffredda l’ipotesi di incidere sull’Imu. Nasce un coordinamento bipartisan tra i parlamentari.

LE MISURE

Il percorso sembra tracciato: dal Salva Roma saranno recuperati 400-500 milioni di euro, con un meccanismo che scaricherà sulla gestione commissariale del debito precedente al 2008 parte del debito. Dal commissario straordinario Massimo Varazzani c’è disponibilità. Marino ha trovato una sponda nel sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi. Altri tasselli: sblocco del fondo Tpl (ieri c’è stato un vertice tra i due assessori ai trasporti, Improta, Comune, e Civita, Regione) per 140 milioni di euro, ma forse è possibile salire a 200. No all’aumento dell’Irpef. Probabile l’incremento del canone di occupazione del suolo pubblico e della tassa di soggiorno per gli hotel di lusso. Nel pomeriggio approvazione della mozione bipartisan (non è stata firmata da M5S e Lista Marchini). Tra l’altro, «l'assemblea capitolina impegna il sindaco a farsi promotore presso il governo affinché venga data piena attuazione alle previsioni normative del secondo decreto per Roma Capitale». Ha commentato il presidente della Commissione bilancio, Alfredo Ferrari: «Servono fondi ma soprattutto norme: questo serve a Roma Capitale e questo siamo riusciti ad ottenere». Francesco D’Ausilio, capogruppo del Pd: «È necessario non far gravare più sul bilancio ordinario del Comune i costi dei servizi e delle prestazioni che l'amministrazione svolge in quanto Capitale».

IL 2014

Altro dato: l’assessore al Bilancio, Daniela Morgante, ha incontrato i capigruppo e ha spiegato che le difficoltà affrontate per il 2014, per questo il bilancio di previsione sarà approvato poche settimane dopo quello che si deve chiudere per il 2013. Dal Campidoglio dicono: Roma ha già fatto molti sforzi «i fondi a disposizione del Gabinetto sono stati tagliati di 15 volte, da 7.222.000 euro a 500 mila euro; i costi dell’ufficio stampa da 1.420.000 del 2012, a 720 mila».

© RIPRODUZIONE RISERVATA