«Giustizia e concordia per l'arte pittorica»
si mette in una maxi cornice sul belvedere di Perugia

«Giustizia e concordia per l'arte pittorica» si mette in una maxi cornice sul belvedere di Perugia
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Martedì 17 Settembre 2013, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 12:05
PERUGIA - Ha costruito una maxi cornice di due metri e mezzo di larghezza per quasi due altezza e ci si messo dentro, salendo in cima alle mura etrusche, dove il belvedere del centro diventa uno dei pi bei punti di vista per guardare la citt e tutta l'Umbria: con questo gesto il pittore Pascal Millucci chiede concordia per l'arte pittorica, a suo dire sempre pi soffocata da quella decorativa.

Il noto pittore italo francese, fondatore della corrente di pensiero artistico Pascalismo (censito su Wikipedia), ospite in molte gallerie italiane ed anche all’estero fino a New York, si è esibito in un'azione di protesta nei confronti di chi si ritiene «artista nascondendosi dietro l'arte informale concepita con sfondi monocolore e con semplici tratti di linee, il tutto senza essere in grado di conoscere le tecniche pittoriche e quindi riuscire a rappresentare, nel metodo tradizionale, il pianeta uomo e i sui paesaggi. Ciò che sta avvenendo nel mondo dell’arte – continua Pascal Millucci - fa ribaltare nella tomba i grandi come Giotto, Cimabue, Vanucci, Rafaello e tanti altri...».



Per questo motivo, Pascal Millucci, «al fine di trovare la forza di essere ascoltato da chi lavora nel mondo dell’arte», ha realizzato una cornice di due metri e mezzo di base per un’altezza di un metro e ottanta centimetri, all’interno vuota e posta sul belvedere del Punto di vista (di fianco al palazzo della Provincia di Perugia) così da lasciare, con la trasparenza, lo sfondo del panorama. Lo scopo? Far capire, con il nome provocatorio dell’opera “lascia il tempo che trova“ che i numerosi spazi espositivi, sia in Italia che a l'estero, vengono occupati da «decoratori che si ritengono artisti. A questi pseudo artisti non importa proporre il bello figurativo con la conoscenza della tecnica delle crominanze dei colori e i suoi contenuti ma interessa solo vendere ed esporre nelle gallerie, basta avere le risorse economiche. Nelle gallerie d'arte degne di questo nome, oggi si acquistano quadri decorativi spacciati per opere d'arte. E’ in atto una confusione totale – aggiunge Pascal - i galleristi, gli operatori del settore, devono fare una distinzione su questo concetto, informando i clienti della differenza tra un quadro decorativo e un’opera d'arte».



Ecco la stoccata finale: «Prima di passare all’interpretazione soggettiva, lo stesso artista deve avere studiato, avere appreso le tecniche dei colori , avere conoscenza della riproduzione figurativa e paesaggistica; non si può approcciare all’arte improvvisandosi pittore realizzando, su tele , quadri con due linee colorate su sfondo bianco. Questa non è arte».
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