Progressione, tecnica e dribbling le sue armi. L’ex attaccante del Deportivo Cali è sbarcato nella capitale due giorni fa e ieri mattina era già pronto per le visite mediche. Jeans, maglietta bianca, un paio di piccoli zaini neri sulle spalle, un’aria un po’ spaesata ma sempre con il sorriso. Si è presentato così Brayan alla clinica Paideia, accompagnato dall’onnipresente team manager Manzini e dai dottori biancocelesti.
IL FUTURO
Domani il neo biancoceleste rientrerà in patria per giocare le fasi finali del campionato con il Deportivo Cali, ma nella prima settimana di luglio sarà di nuovo a Roma per partire in ritiro con la Lazio. In realtà dal 21 giugno in Turchia comincerà il mondiale Under 20, ma difficilmente Perea potrà prenderne parte, la Lazio e la federazione colombiana decideranno nei prossimi giorni. Brayan vorrebbe andarci, ma allo stesso tempo non vede l’ora di mettersi a disposizione di Petkovic. Per strapparlo alla concorrenza di Udinese, Milan, Benfica, Valencia e Shakhtar, Lotito a gennaio ha sborsato quasi tre milioni e mezzo di euro. Una somma importante per un ventenne. Si è legato per cinque anni e avrà un ingaggio di circa 350.000 euro a stagione.
MUSICA GOL E ASSIST
Il suo soprannome, El Coco, gli è stato dato dai compagni di squadra il giorno in cui si presentò al campo rasato. Molti lo presero in giro perché, conciato in quel modo, assomigliava a Cocoliso che in Italia sta per Pisellino, il figlio di Braccio di Ferro. Brayan è un ragazzo semplice, attaccato a mamma Agnes che l’ha cresciuto da sola. In Colombia viene chiamato il piccolo Neymar, anche se il suo idolo è Ibra. Come lo svedese non fa mai gol banali, anche se a lui piace di più far segnare. Ama la musica, la salsa in particolar modo, e adora ballare.
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