Manovra, tagli a tutti i bonus fiscali:
figli a carico, sanità, studenti e asili

Giulio Tremonti (foto Samantha Zucchi - Epa)
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Giovedì 14 Luglio 2011, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 00:08
ROMA - Via libera del Senato alla fiducia

sulla manovra. I s sono stati 161, i no 135, 3 gli astenuti. Il provvedimento passa ora alla Camera che dovrebbe licenziarlo, con nuovo voto di fiducia, domani in serata.



La commissione Bilancio della Camera ha approvato poco prima delle 11 di questa sera la manovra
che approderà domani mattina alle 10.00 nell'Aula di Montecitorio. Come è accaduto in Senato le opposizioni pur criticando i contenuti del decreto ne hanno facilitato il passaggio non presentando emendamenti. Domani l'Aula trasformerà definitivamente in legge il decreto con il voto finale che dovrebbe svolgersi tra le 18 e le 19.



Napolitano: un miracolo. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, fa sentire la sua voce da Zagabria ed è un plauso all’accordo tra maggioranza e opposizione sulla manovra: «E’ stata approvata? Un miracolo. Ha rappresentato una comune assunzione di responsabilità». Poi avverte: «Anche per il futuro prossimo occorreranno in altri momenti prove di coesione».



Inizierà domani mattina il rush finale in Parlamento della manovra che, dopo il maxi-emendamento presentato dal governo in Senato ha raggiunto la cifra di 70 miliardi. Proprio l’aula di Palazzo Madama ha approvato il nuovo testo del decreto che ora a Montecitorio è blindato; le opposizioni, infatti, hanno evitato già in serata alla commissione Bilancio della Camera l’ostruzionismo.



L'impatto della manovra, dopo le correzioni in Senato, sale oltre i 70 miliardi al 2014. Lo afferma il relatore Gilberto Pichetto Fratin. Ecco il calcolo: nel 2013 era previsto un impatto di 17,8 miliardi che con le correzioni (più 6 miliardi) sale a 23,8. Nel 2014 invece prima erano previsti 25,3 miliardi ai quali vanno aggiunti i 22 miliardi del Senato per un totale di 47,3 miliardi. L'impatto complessivo sei due anni sale così a oltre 70 miliardi.



«Senza il pareggio il mostro del debito che viene dal passato divorerebbe il nostro futuro», ha affermato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «La manovra contiene 16 nuove azioni per la crescita: dal credito per la ricerca ai contratti per la produttività, da processo civile, al turismo», ha poi aggiunto sottolineando che «non è corretto dire che non è stato fatto sviluppo».



«Oggi in Europa c'è l'appuntamento con il destino: la salvezza non arriva dalla finanza ma dalla politica. Ma la politica non può fare errori». Anche perché «è come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe», ha affermato ancora Tremonti. «Più che di speculazione di tratta di un problema di credibilità e fiducia nella politica», ha continuato il ministro dell'Economia commentando le violente oscillazioni dei mercati.



«Siamo dentro un paradosso: l'Area dell'euro è l'area più ricca e meno indebitata del mondo e tuttavia la percezione che oggi ne hanno i mercati finanziari non riflette questa forza», haosservato poi il ministro, spiegando che, «a giudicare dal valore dei Cds, nella classifica dei paesi valutati come i più rischiosi al mondo ai primi tre posti ci sono dei Paesi dell'area euro. Grecia, Irlanda e Portogallo hanno ovviamente importanti problemi da risolvere - ha detto - ma la scala relativa è assolutamente fuori da ogni logica».



«Il paese ci guarda: siamo diversi certo ma non troppo divisi. Per questo sono orgoglioso di essere con tutti voi». Così il ministro ha concluso il suo intervento sul decreto della manovra in aula a Palazzo Madama, rivolto a maggioranza ed opposizione.



Tagli ai bonus fiscali. Il taglio alle agevolazioni fiscali sarà indistinto. Cioè riguarderà tutte le 483 voci di agevolazione attualmente previste. Il taglio sarà lineare e sarà del 5% nel 2013 e del 20% a partire dal 2014. Riguarderà, tra l'altro, i figli a carico, le spese per la sanità, i redditi da lavoro dipendente, gli asili, gli studenti universitari. Questo anche se - spiega il relatore Gilberto Pichetto Fratin - «il governo con successivi decreti potrà decidere di escludere alcune categorie».



Torna subito il ticket, contributo dalle pensioni d'oro. Nel provvedimento tornano i ticket (10 euro per le visite specialistiche ambulatoriali e 25 euro per i codici bianchi al pronto soccorso) e un giro di vite sulle pensioni più ricche: si tratta di un contributo di solidarietà del 5-10 per cento per le pensioni superiori a 90 mila euro l’anno. Le privatizzazioni partiranno nel 2013. Trovata l'intesa nella maggioranza sul patto di stabilità interno e la norma sugli enti locali virtuosi.



«L'introduzione da subito dei ticket riguarda quelli emessi nel 2007, per cui ci sono delle categorie esenti. Non sono spalmati su tutta la popolazione, quindi le categorie deboli sono esenti», ha precisato oggi il ministro della Salute Ferruccio Fazio.



Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, rientrato stamattina a Roma dopo la missione in Medio Oriente, ha incontrato, a quanto si apprende, il governatore di Bankitalia Mario Draghi. Dal Pd non spiegano i motivi dell'incontro ma è probabile che al centro del faccia faccia ci sia stata la manovra e la situazione economica italiana.



Avvocati Pdl in rivolta, stop a norma sugli ordini. Gli attacchi speculativi ai titoli di Stato non intimoriscono avvocati e notai del Pdl che, di fronte a un emendamento del governo che avrebbe liberalizzato le loro professioni, hanno minacciato di non votare la manovra, su cui tutto il resto del Parlamento si era impegnato a vararla entro sabato.



L'eliminazione dell'emendamento ha riportato la calma nella maggioranza ma ha suscitato feroci critiche tra le opposizioni, deluse dagli altri emendamenti di governo e relatore che a loro giudizio rendono più iniquo il decreto. C'è stata anche una raccolta di firme tra i potentissimi parlamentari-avvocati del Pdl (in tutto 44 tra Camera e Senato) che ha fatto comprendere che la faccenda era seria. Se passava l'emendamento che liberalizzava le professioni loro, la manovra, non la votavano. Poi il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri ha sancito che il tema «non è all'ordine del giorno». Pesanti le critiche delle opposizioni con Felice Belisario, capogruppo Idv al Senato, che ha parlato di «gioco delle tre carte» del governo.



La tempesta, poi rientrata, sulla liberalizzazione del'ordine degli avvocati ha oscurato gli altri emendamenti, nel frattempo depositati dal relatore, che inaspriscono la manovra con misure impopolari, a partire dal ticket sulle ricette e le visite specialistiche che scatterà da lunedì. Per non parlare dei tagli alle detrazioni fiscali che scatteranno da settembre se non si approva la delega fiscale.



L'opposizione, come ha spiegato il capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro, è rimasta «delusa» dopo le aperture fatte da Tremonti martedì. Insomma, ha detto anche il relatore di minoranza Giovanni Legnini (Pd), la manovra è addirittura «peggiorata» il che non farà però cambiare atteggiamento a Pd, Idv e Udc. Voteranno "no", ma non faranno ostruzionismo, in modo che il decreto sia approvato a Palazzo Madama domani alle 14. In particolare, il Pd, a partire dal segretario Pier Luigi Bersani, ha ribadito la richiesta a Berlusconi di dimettersi una volta approvata la manovra. E anche il segretario Udc Lorenzo Cesa ha chiesto che sia formato un nuovo governo.


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