Rieti, Cariri: marchio
verso la cancellazione
Assorbimento in Intesa Sanpaolo

L'insegna
di Alessandra Lancia
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Giovedì 27 Agosto 2015, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 14:53
RIETI - Cassa di Risparmio di Rieti, fine della storia: con il deposito al Registro delle imprese dei progetti di scorporo e fusione di Carifirenze, Intesa Sanpaolo ha compiuto l'ultimo atto del lungo percorso di riassetto della sua Banca dei territori, assorbendo le ultime quote societarie in capo alle Casse che ne facevano parte, tra cui il 15% della Cassa di Risparmio di Rieti.



Successivamente al trasferimento delle quote, le casse del Lazio (con Rieti, Civitavecchia e Viterbo) saranno integrate sotto il controllo diretto di Intesa Sanpaolo. Che cosa significa? «Che Cariri, in quanto tale, sparisce: filiali e personale diventano a tutti gli effetti Intesa Sanpaolo - spiega Sandra Pierluigi, segretaria provinciale della Uilca e nazionale di Uilca Intesa. - Per carità, era già tutto ampiamente previsto e annunciato, ma confesso che quando ci è stato annunciato anche l'ultimo passaggio formale ho pianto».



IL PERCORSO

Fondata il 31 dicembre del 1846, la Cassa di Risparmio è stata per oltre un secolo protagonista indiscussa della trasformazione e dello sviluppo del territorio fino al collasso dei primi anni Novanta e al successivo passaggio sotto il controllo prima di Cariplo, poi Banca Intesa e ora Intesa Sanpaolo. Tagliato l'ultimo filo del cordone ombelicale con la Fondazione Varrone nell'agosto scorso, non senza polemiche, ora è destinato a sparire anche l'ultimo riferimento al territorio, ovvero il marchio.



Un marchio che ha accompagnato i reatini non solo in banca, ma nelle scuole (dove le carte geografiche erano rigorosamente «dono della Cassa di Risparmio di Rieti»), sulle piste di atletica (l'Atletica Studentesca reatina ne porta tuttora il nome) e, per decenni, nei principali eventi sportivi e culturali della città. A raccontarne la storia c'è il bel libro scritto a quattro mani da Gianfranco Formichetti e Roberto Marinelli, «Una banca, la sua città», nel 1996, in occasione del 150esimo anniversario della fondazione.



Ma pure una storia così antica e per molti versi gloriosa ha avuto il suo epilogo. «A Rieti è successo quello che è successo dappertutto, i grandi gruppi hanno fagocitato i piccoli. Ma al netto della nostalgia, c'è da dire che per filiali, clienti e personale Intesa è una garanzia - riprende la Pierluigi. - Per i clienti non cambia nulla, in quanto già da due anni lavoravamo con i sistemi di Intesa. Idem per il personale, che già beneficia del suo welfare aziendale. Ci potrebbe stare qualche accorpamento di piccole filiali, ma nessuno sportello sarà venduto né sono previsti esuberi. Come sindacato vigileremo perché la professionalità del personale Cariri venga riconosciuta e considerata».



Altro punto a favore del personale, presente e futuro, è aver bypassato il Jobs Act: «L'ultimo rinnovo contrattuale è in piena continuità con quello di Intesa Sanpaolo». Difficile invece trovare, però, qualcuno che risponda alle lagnanze delle associazioni di categoria per quel muro sempre più alto tra imprese e credito bancario. Davvero in banca reatino non si parlava già più da un pezzo.