Case famiglia, lettera aperta a Marino, Scozzese e Danese: «Rischiamo la chiusura, operatori pagati 1,54 euro l'ora»

Case famiglia, lettera aperta a Marino, Scozzese e Danese: «Rischiamo la chiusura, operatori pagati 1,54 euro l'ora»
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Sabato 25 Luglio 2015, 00:56 - Ultimo aggiornamento: 00:59
«Il Comune di Roma stanzia per le case famiglia cifre che in alcuni casi sono irrisorie, totalmente insufficienti: attualmente si tratta di 69,75 euro al giorno con i quali si possono pagare 3,22 euro per ogni ora di lavoro (che equivale a un netto per il lavoratore pari a 1,54 euro di paga oraria base) gli educatori». Così Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale, coordinamento per case famiglia per persone con disabilità e minori, ha scritto in una lettera inviata al sindaco Ignazio Marino e agli assessori Silvia Scozzese e Francesca Danese, in vista dell'approvazione del bilancio.



Ieri mattina - continua la lettera - ero a un funerale. È morta Elisabetta Graziani, una donna battagliera, la mamma di una persona con disabilità. Una di quelle donne che ha fatto “la storia” per le persone con disabilità. Nel commemorarla abbiamo ricordato la sua tenacia. Non si è mai arresa. Non si è mai fermata. “Ostinata tenerezza” di una mamma che si batte non per il proprio figlio, ma per tutti i “figli”. Erano gli anni 1970, 1980: anni in cui a Roma c’era poco o nulla per le persone con disabilità. Ottenne, con la sua tenacia, tanto. Una lezione che voglio tenere davanti agli occhi. A costo di apparire insistente.



Perdoni la premessa, vengo subito al punto. Il Comune stanzia per le case famiglia cifre che in alcuni casi sono irrisorie, totalmente insufficienti. Abbiamo pubblicato un lavoro che dimostra in modo minuzioso quanto le sto dicendo. Lo può trovare qui: www.casalplurale.org. Un lavoro approfondito, fatto in collaborazione e sotto il patrocinio dell’assessorato alle Politiche Sociali, un’indagine completa. Potrà vedere lei stesso che attualmente il Comune di Roma stanzia 69,75 € al giorno con i quali si possono pagare 3,22 € per ogni ora di lavoro (che equivale a un netto per il lavoratore pari a 1,54 € di paga oraria base).



Va “meglio” per le persone con disabilità in quel caso lo stanziamento è 144.15 euro. La metà di quel che servirebbe, considerato il numero di operatori necessari. Per loro la paga netta è 3,86 euro l’ora. Per fortuna con le donazioni e, in certi casi, le elemosine si tampona la situazione, ma non pensiamo si possano e si debbano chiedere le elemosine per far funzionare un servizio pubblico!

Alcune case hanno già chiuso e da qui a un anno tante altre chiuderanno, se non si corre ai ripari.

Sono 380 le persone con disabilità ospitate nelle 54 casa famiglia (e servirebbero il doppio di case famiglia) e circa mille i bambini i ragazzi e le mamme che hanno bisogno di una comunità educativa.

I numeri parlano da soli. Lei è un uomo intelligente e credo possa trarre da solo le conclusioni.



Le scrivo perché tutti gli Assessori, che si sono susseguiti in quindici anni alle Politiche Sociali, mi hanno sempre risposto la stessa cosa: “Avete ragione, siamo convinti dell’importanza delle case famiglia, ma non dipende da me.” E da chi? Dal bilancio di Roma Capitale. È l’Assessore al Bilancio e la Giunta tutta assieme a determinare le priorità per Roma.

Finalmente abbiamo trovato in Francesca Danese una persona di straordinaria sensibilità e dedizione. Ha preso a cuore questo tema. Ma dedizione, capacità e condivisione, senza risorse di bilancio, non risolvono il problema.



Mi sono convinto, dopo tanti anni in cui rappresento alle istituzioni i problemi delle case famiglia, che l’unico modo per affrontare i problemi è dare la giusta priorità.

Noi di “Casa al Plurale” non abbiamo mai fatto demagogia spicciola, mai urleremo contro la Politica, conosciamo la complessità dei problemi e della gestione di una città. Ma, proprio per questo, conosciamo anche le soluzioni: non ci sono risorse per tutto e perciò bisogna fare scelte e indicare alla città le priorità.

Le chiedo dunque, Sindaco: quanto le stanno a cuore le persone con disabilità e i bambini e i ragazzi che sono in casa famiglia? Tanto, immagino. Quanto sono in cima alle priorità della Capitale? E allora a questo “tanto” devono seguire risorse adeguate per dare risposte dignitose.

Pochi euro l’ora, non lo sono.



Le sarei grato se volesse prendere una posizione ufficiale, anche mandandomi due righe di impegno su questo tema, che io possa divulgare a tutte le case famiglia, o se volesse riceverci o incontrare pubblicamente tutte le case famiglia di Roma.
Mi dica lei, secondo la sua agenda, cosa è più opportuno.
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