Auto sulla folla a Roma, il marito della vittima: «Uccisa come un cane»

Auto sulla folla a Roma, il marito della vittima: «Uccisa come un cane»
di Camilla Mozzetti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Maggio 2015, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 21:13

«Non ce la faccio» Rey Rojas Magsino è appena uscito dall'obitorio del Policlinico Gemelli dove ha riconosciuto il corpo straziato di sua moglie, Corazon Abordo Perez, la donna di origine filippina morta sul colpo dopo essere stata travolta, la scorsa sera, in via Mattia Battistini da un'auto con a bordo tre rom. Ha gli occhi carichi di lacrime. Ha passato la notte in bianco, cercando di spiegare alle sue due figlie, K. 14 anni e A. 13 anni, che la mamma non c'è più.

«Non ce la faccio - ripete - non so come dirglielo».

Al suo fianco c'è quasi tutta la famiglia. Nel pomeriggio va a trovarli il vicesindaco Nieri nell'appartamento che Corazon e suo marito avevano preso in affitto in via Andrea Barbazza a Torre Vecchia a poche centinaia di metri dal luogo dell'incidente: il Comune garantirà la copertura delle spese per il rimpatrio della salma a Baco, la cittadina della provincia Oriental Mindoro nelle Filippine dove Corazon era nata 45 anni fa.

I FAMILIARI

«Mia sorella era tanto buona, lavorava part-time come collaboratrice domestica» racconta piangendo il fratello della vittima, Ulito Abordo. «Pensava solo a crescere le sue due figlie». Dietro di lui c'è Maribel Abordo, 31 anni. Non la smette di guardare le foto sul cellulare che la ritraggono con sua sorella Corazon negli attimi di una vita normale, trascorsa tra lavoro e famiglia, «la spesa al supermercato il sabato, quando - spiega - nell'unico giorno libero, passavamo un po' di tempo insieme». Maribel stava organizzando una festa a sorpresa per sua sorella che, il 4 giugno, avrebbe compiuto 45 anni. «Volevo prepararle un tiramisù - dice - che le piaceva tanto». È una famiglia martoriata dal dolore. Corazon e Rey si erano sposati 15 anni fa e da Roma erano andati a vivere ad Ascoli Piceno. Poi, sei anni fa, il ritorno nella Capitale. «Ma ora da questa città - prosegue Ulito - bisogna solo andar via, non è sicura».

Gli attimi seguenti all'incidente li ha ancora davanti come se non fosse passato un solo minuto. È stato proprio lui insieme a Rey a correre in strada dopo aver appreso dalla tv la notizia e a scoprire il corpo di Corazon sotto il lenzuolo celeste. Una vita che si ferma, una famiglia che si spezza. Tanti i progetti ancora da realizzare, che si perdono tra i rilievi della scientifica e le sirene delle autoambulanze.

«Saremmo dovuti tornare tutti a casa - conclude Ulito - il prossimo agosto per l'anniversario di 50 anni di matrimonio dei nostri genitori, Corazon aveva già prenotato i biglietti per il 17 agosto». Dei feriti la più grave è anch'essa filippina di 32 anni: lotta al Gemelli contro un'emorragia cerebrale. I medici hanno deciso di non procedere con un intervento neurochirurgico. Un'altra vittima, anch'essa filippina,Eguia Teotema Alvarez, ricoverata al San Camillo è uscita dalla terapia intensiva ed è stata trasportata nel reparto di ortopedia.