Tor Vergata, come guidare la formazione dell'immagine di una nazione

Tor Vergata, come guidare la formazione dell'immagine di una nazione
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Venerdì 24 Aprile 2015, 02:05
Esperti a convegno nella sede Edison di via del Quirinale a Roma sul tema "Governare le agende del discorso pubblico. Organizazioni sociali private e pubbliche. In un mondo disintermediato in cui le leadership si contemplano nei rispettivi selfie”.



Un incontro e dibattitto con Roland Schatz, Ceo Media Tenor International New York e Washington, e con alcuni top manager di Relazioni esterne, Public affairs, media e rappresentanti del terzo settore, dell’università e del mondo politico. Ideato e promosso da Ferpi (Federazione relazioni pubbliche Italiana, in collaborazione con Edison e con il Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università Tor Vergata di cui il Messaggero è Media Partner. Organizzato d’intesa con il Master of Science in Business Administration e il Corso di laurea in Global Governance dell’Università di Roma Tor Vergata; con il Master Esperti in Politica e in Relazioni Internazionali, Master in Giornalismo - Università Lumsa di Roma; e con la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale – Pontificia Università Salesiana di Roma.



Un’occasione di confronto e scambio durante la quale sono stati presentati i principali dati di recenti ricerche di Media Tenor International sulla percezione della reputazione di singoli e delle organizzazioni con particolare approfondimento di come sia mutata la percezione a livello internazionale dell'Italia con il Governo Renzi e di come sia mutata la percezione pubblica del Cattolicesimo con Papa Francesco.

Media Tenor International, è un Istituto di ricerca internazionale, fondato nel 1993, si occupa oltre che di consulenza e di agenda setting, di interpretazioni del discorso pubblico per conto di grandi imprese e istituzioni globali nonché di analisi media continuative.



Nel corso della presentazione è emerso come sia sempre più evidente che la competizione per i turisti e gli investimenti esteri diretti stia costantemente aumentando. Solo pochi Paesi, infatti, hanno compreso per tempo gli effetti postivi di un place branding professionale per gli affari, e che il mondo accademico e la sua percezione come pensiero leader, sia l’unico in grado di creare un impatto negoziale più forte. Globalmente l’Italia ha accettato alcune icone comunicative per superare questa visione negativa nel lungo termine generata dai media implementando gli standard dell’Agenda Setting. Negli ultimi vent’anni la visione dell’Italia all’estero non è stata generata tanto dai suoi governi ma molto più dalla scelta delle notizie guidata dagli stereotipi: con una base di 100/150 storie su corruzione, malaffare, giustizia inefficiente, appare ovvio che il nostro Paese necessiti di almeno il doppio di storie e narrazioni vincenti per poter cambiare tale percezione profondamente negativa.



“Nonostante tutti i problemi strutturali – ha spiegato Schatz - il mondo delle aziende italiane riesce a fare ciò che i leader delle imprese devono fare in tutto il resto del mondo: affrontare tali problemi. La società, la cultura, lo sport e gli eventi speciali, come prova l’Expo, divengono un altro valore indistruttibile da cui iniziare a lavorare per superare la selezione delle notizie guidata dagli stereotipi. Il processo di riforme avviato dal governo Renzi – ha proseguito - è presentato dai media globali con scetticismo, più di un terzo delle storie sull’Italia non sono né concrete né informative. In conclusione ha auspicato un’iniziativa comune che includa anche leader nazionali, del mondo accademico, della cultura, del settore aziendale e del turismo che possa contribuire a bilanciare questa concezione negativa e a far crescere l’interesse globale per i nostri Campioni del Made in Italy.



Simonetta Pattuglia, Docente di marketing e Direttore del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università di Roma Tor Vergata, presidente Commissione Aggiornamento e Specializzazione Professionale- Ferpi, ha analizzato la prospettiva dal punto di vista della nuova comunicazione digitale, focalizzandosi nelle specifico sul ruolo sempre più preponderante che svolgono ormai da anni anche i new e social media nel ridefinire l'Agenda Setting generale e concordando pienamente sull'importanza fondamentale di un "positive storytelling" basato sui valori e su fatti reali, per presentare ai media, ed a quelli esteri in particolar modo, un Paese fatto di storie e di persone sane e proattive che hanno voglia di fare, di crescere e di affrontare coraggiosamente il futuro.



Patrizia Rutigliano, Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione di Snam e Presidente Ferpi, ha sottolineato quanto e in quali modi sia cambiato il discorso pubblico e come questo si rifletta sull’agenda setting.“Quello a cui assistiamo oggi – ha affermato - è un discorso pubblico sempre più contraddistinto – “inquinato”, direbbero i critici – dalla “too much information”, che in alcuni casi è anche una “too fast information”, che va a discapito dell’accuratezza, della dialettica, della completezza, della sfumatura. Sono aumentati i canali ed è aumentato il volume delle informazioni. E’ un mondo di quantità, prima ancora che di qualità. Questo, come ogni cambiamento, genera opportunità e rischi. Anzitutto, scardina alcuni dei principi sui quali si è basata la comunicazione strategica per molto tempo. La popolarità e la reputazione – ha aggiunto - non si governano più soltanto attraverso i media tradizionali. Di questo trovo costante evidenza nel mio lavoro di tutti i giorni, che negli ultimi anni ha visto coincidere rivolgimenti importanti sia con riferimento al settore di business sia al mio ambito di competenza, la comunicazione strategica.”



Al dibattito hanno partecipato anche Marco Margheri, direttore Relazioni istituzionali Edison; Toni Muzi Falconi, Global PR, docente di Teoria e Tecnica delle Relazioni Pubbliche - Università Lumsa di Roma e Socio Ferpi; Carlo Marroni, giornalista, vaticanista de Il Sole 24 Ore; Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo Greenpeace Italia Onlus; Gustavo Piga, docente di Economia politica e direttore del corso di laurea in Global Governance - Università di Roma Tor Vergata.

















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