Intervista a Francesco Schettino: «L'Isola dei famosi? Ancora un pasticcio dei miei legali»

Intervista a Francesco Schettino: «L'Isola dei famosi? Ancora un pasticcio dei miei legali»
di Cristiana Mangani
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Martedì 24 Febbraio 2015, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 16:11

Non una parola dopo la sentenza, non una presa di posizione, né un commento. Una scelta di silenzio dell’ex comandante Schettino arrivata dopo le continue polemiche e strumentalizzazioni. C’è voluto un servizio delle Iene su una sua eventuale partecipazione all’Isola dei famosi, a far sì che il capitano scegliesse di sfogarsi, di spiegare quale stato d’animo abbia in questo momento, e come immagini il suo futuro tra “trappole” mediatiche vere o presunte, e attenzioni esagerate alla sua vita privata.

Comandante, i suoi difensori sono finiti al centro di un servizio delle Iene, la procura di Grosseto ha chiesto nuovamente il suo arresto, riuscirà a trovare pace?

«È incredibile. Guardavo il servizio sulla presunta trattativa e mi sentivo sempre più piccolo, più in imbarazzo. Io ho una figlia adolescente. In quei dialoghi si dicevano cose inverosimili. Ho un dolore così forte. È mai possibile che ogni volta che la tensione sembra un po’ allentarsi, scoppi una problematica nuova? Non vorrei dirlo, ma sembrano quasi meccanismi attivati a orologeria».

Non sarà che lei si è circondato di persone sbagliate?

«Le racconto una storia: sa perché ho preso come difensore Domenico Pepe? È successo tutto quando stavo in carcere, subito dopo il naufragio. Pepe mi ha mandato un telegramma dicendo che voleva prendere la mia difesa, che ci teneva. Poi un altro telegramma a mio fratello con scritto: “Attenzione, tuo fratello si può suicidare”. A quel punto la mia famiglia si è affidata a lui. Io lo conoscevo, era un mio crocierista, era spesso a bordo della nave, mi è sempre sembrato una brava persona. Solo dopo ho scoperto che non studiava le carte, che arrivava impreparato in aula, che la sua preoccupazione era soltanto di fare la passerella davanti alle televisioni».

Ma in aula chi l’ha difesa?

«Sono stato l’avvocato di me stesso.

Ero praticamente solo. Slide, perizie, conosco ogni virgola di quegli atti processuali. All’inizio avevo un team di legali che mi seguivano, ma poi mi sono reso conto che venivano a Grosseto, spesati da me, e non si rendevano utili. Cinque persone al seguito, tutto un bluff. E allora sono rimasti in due. Ad assistermi veramente è stato solo l’avvocato Laino, si è dato molto da fare, si è battuto, per il resto sono stato lasciato solo».

Le è stato contestato di non essere venuto in aula il giorno della sentenza.

«Ero davvero molto malato, facevo iniezioni di antibiotico da cinque giorni, e ne ho fatte alcune anche nel corso delle udienze. In quell’occasione, ai giornalisti e alle telecamere è stato consentito l’accesso davanti alla Corte, non ce la facevo proprio fisicamente ad affrontare tutto questo. Avevo la febbre alta, ero troppo debilitato».

Come pensa che sia andata alla fine?

«Non voglio commentare la sentenza. Quello che posso dire è che vorrei intraprendere in futuro con serenità un percorso dove non ci siano speculazioni e strumentalizzazioni. Vorrei che le persone che stanno al mio fianco fossero solamente animate dall’interesse a offrire a questo incidente un contributo sincero per la ricerca della verità. Non persone che sfruttano la situazione per farsi una loro personale pubblicità. Devono essere lontane da questo schifo, dalle ingiurie e dalle bugie».

Come sono andate realmente le cose nelle vicenda delle Iene?

«La storia è cominciata ad agosto scorso quando ho letto su un settimanale che sarei andato all’Isola dei Famosi, che c’era una trattativa aperta. A chiarire la situazione ci hanno pensato due avvocati seri: Cataldo Calabretta e Davide Perrotta. È arrivata subito la mia smentita, ho spiegato che non c’era alcun accordo. A novembre, però, la notizia è stata rilanciata, e io ho fatto una nuova smentita. Ma secondo voi in pieno processo, con il mio interrogatorio fissato per il due dicembre, avrei potuto avere un interesse a fare una cosa del genere»?

Si è parlato di oltre due milioni di euro di compenso, lei non lavora, ci sono le provvisionali da pagare, non ci ha pensato neanche per un attimo?

«L’unica cosa che ho fatto è stato di dire ai Pepe di cercare di capire se c’era sotto qualche operazione strana, di andare a sentire. Grazie a Dio ho una bella famiglia d’origine, napoletana, perbene, con tradizioni alle spalle. Tutto questo mi ha permesso di andare avanti, non ho bisogno né dell’Isola dei famosi e sosprattutto delle menzogne che si stanno dicendo».

Oltre al grosso compenso, il gruppo discute della vittoria assicurata e di quanta audience avrebbe fatto la sua presenza in trasmissione. E poi del denaro percepito da non far arrivare in Italia ma depositare su un conto in Brasile, per evitare che il Tribunale potesse sequestrarglielo. Frasi pesanti.

«E infatti, proprio per questo ho revocato il mandato a Domenico Pepe. Ci tengo a precisare che suo figlio Francesco, che peraltro non ha una laurea in legge riconosciuta in Italia, da me non ha mai ricevuto alcun mandato. Lui va in tivù a raccontare che è stata una sua decisione lasciare la difesa, ma non è andata così. Se vuole può pubblicare la mail che gli ho mandato in cui gli scrivo che è venuto a mancare il rapporto di fiducia».

Cambierà avvocati?

«Sì, sì, a breve».

Comandante, la procura ha chiesto nuovamente il suo arresto, sospettano che possa fuggire.

«Ma se avessi voluto lo avrei già fatto. Avrei compravo un biglietto e sarei partito per chissà dove. Il giudice Puliatti che mi ha giudicato, ha riconosciuto in me una persona che non alcuna intenzione di fuggire. Glielo avevo detto a Francesco Pepe, quando mi ha telefonato per chiedermi di fare un salutino al telefono a quelli della trasmissione. Gli ho urlato: “Ma che proposta mi vieni a fare? Di che parli? Ho una figlia, ho nipoti, familiari che si vergognano di tutto questo. Francesco, ho insistito, non capisci che è una bufala? Io non faccio nessuna Isola dei famosi. Mi avete messo nei casini”. Mi conforta solo che è stato lui stesso a dire a quelli delle Iene che avevo rinunciato. Che proprio non ci pensavo ad andare a far l’attore in tivù con tutti i problemi che ho».

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