Ultima giornata di sfilate. Oggi tocca alle scuole. Ieri, magic moment della gran sartoria. Una Venere che esce dalle onde ispira Renato Balestra che lavora alla maniera delle onde, della spuma, di alghe, e rivoli di acqua abiti lievissimi e raffinati.
Le tinte chiare, i sabbia, i beige, si mescolano all'azzurro sfumato nel cappotto primaverile che ha anche bande trasparenti. I vestiti sono un impazzimento di volant che hanno richiesto giorni di lavorazione, altri abiti-nuvola sono fatti di mille ruches di organza. Pennellate d'oro. E la consacrazione di una giovane, premiata dal concorso che ha visto il sarto abbinato all'Accademia di Costume e Moda: è Giulia Gera.
C'è perfino in scena l'arte del tatuaggio di Marco Manzo, che ricama come pizzo e merletto con molte sedute di ago e inchiostro, il corpo di modelle in posa al Maxxi.
Quattrocento ore per la giacca bianco-nera a spigature. Perle di legno, scaglie, oro, coralli, madreperla, per i ricami. Colori: i verdi delle coltivazioni di riso, marrone cocco. Vittorio Camaiani, marchigiano, visita Venezia e le sagome delle gondole appaiono sulle gonne, le maschere guarniscono abiti. Sabrina Persechino, architetta romana, guarda ai monumenti delle Expo: il Crystal Palace di Londra è nel vestito rosato, la struttura a griglia della Tour Eiffel appare in orli, revers, e perfino alla cintura dell'abito da sposa.
Nino Lettieri suggerire abiti ampi che rievocano gli Anni 50 e 60, e hanno nella memoria Pompei. Le scollature sono vertiginose, gli intarsi e grigliature. Rani Zakhem elabora artisticamente il suo mal d'Africa: ecco il continente in cui ha vissuto nel maculato savana e nel colore bouganville. La sposa è calata nel bianco neve del Kilimangiaro.