A sollevare il caso, Fabrizio Cicchitto (Ncd); oggi l'aggancio di Renato Brunetta (Fi) che ha chiesto (a Laura Boldrini) di rivedere il calendario. D'altra parte - ha osservato il capogruppo di Fi - con il dramma francese e la chiusura del semestre Ue «sarebbe opportuno che il premier si presentasse in aula per una discussione approfondita sulla linea di politica estera». Una posizione condivisa da altri esponenti del centrodestra come Nunzia De Girolamo (Ncd) e Mariastella Gelmini. Per Maurizio Gasparri, poi, il voto sulla Palestina all'indomani della strage, sarebbe una «autentica provocazione». «I terroristi di Hamas sono assetati di sangue, alla pari degli sterminatori di Parigi», ha tuonato il senatore azzurro.
Sulle barricate Sel che ha messo a punto la mozione. «Rinviare il voto? Se lo scordino, e non pongano questioni di opportunità politica rispetto alla tragedia francese perché non c'entra nulla. Guai a strumentalizzare», ha protestato Arturo Scotto capogruppo di Sel alla Camera.
Combattuto il Pd. Nel partito c'è chi come Marietta Tidei ritiene che sia proprio questo il momento per discuterne in Parlamento: «Credo - ha detto - che il riconoscimento dello Stato di Palestina sia una priorità tra tutti i nodi irrisolti che riguardano il Medio Oriente». Sembra mediare Lia Quartapelle (Pd): «Sarebbe opportuno che Renzi riferisca alle Camere le strategie che l'Italia vuole darsi sullo scenario internazionale, all'indomani della conclusione del semestre Ue e del dramma di Parigi; dopo questo passaggio sarà più costruttivo discutere anche le mozioni sulla Palestina».