E' stato principalmente Hussein Majali, ministro dell'Interno, a spingere sulla fine della moratoria: «i cittadini hanno la convinzione che l'escalation di crimini sia dovuta alla non applicazione della pena capitale», ha spiegato.
Sul piede di guerra invece gli attivisti per i diritti umani, che incolpano per la proliferazione del crimine i problemi politici ed economici: «Le autorità ripristinano la pena di morte e ignorano i problemi reali - sottolienano - per la Giordania si tratta di un passo indietro».
Tra gli Stati che praticano la pena di morte nel Medio Oriente anche l'Arabia Saudita, dove solo quest'anno si sono contate 83 esecuzioni capitali. Una triste Palma d'oro va invece alla Cina per il maggior numero di esecuzioni nel 2013 secondo l'ultimo rapporto di Amnesty International.
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