Napolitano: «Antipolitica patologia eversiva. Colpire i corrotti»

Napolitano: «Antipolitica patologia eversiva. Colpire i corrotti»
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Mercoledì 10 Dicembre 2014, 17:53 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 07:47
«La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purchè non priva di obiettività, senso della misura e capacità di distinguere è degenerata in anti-politica, cioè in patologia eversiva». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un discorso all'Accademia dei Lincei. «È ormai urgente la necessità di reagire» a una certa anti-politica, «denunciandone le faziosità, i luoghi comuni, le distorsioni impegnandoci su scala ben più ampia non solo nelle riforme necessarie» ma anche a riavvicinare i giovani alla politica».



Criminalità e politica. Non c'è dubbio che in Italia sia in atto una crisi «che ha segnato un grave decadimento della politica, contribuendo in modo decisivo a un più generale degrado dei comportamenti sociali, a una più diffusa perdita dei valori che nell'Italia repubblicana erano stati condivisi e operanti per decenni. Non deve mai apparire dubbia la volontà di prevenire e colpire infiltrazioni criminali e pratiche corruttive nella vita politica e amministrativa. Serve oggi una larga mobilitazione collettiva volta a demistificare e mettere in crisi le posizioni distruttive ed eversive dell'anti-politica e insieme sollecitare un'azione sistematica di riforma delle istituzioni e delle regole che definiscono il profilo della politica. Questo sforzo deve coinvolgere tutte le componenti dello schieramento politico».



Attività legislativa. «Mai era accaduto, come nel biennio scorso, l'avvio in Parlamento di metodi e atti concreti di intimidazione fisica, di minaccia, di rifiuto di ogni regola e autorità, di tentativi sistematici e continui di stravolgimento e impedimento dell'attività legislativa delle Camere.
Da troppo tempo si colpisce impunemente il funzionamento degli istituti principali della democrazia rappresentativa, non solo si stracciano in un solo impeto una pluralità di valori tradizionali o comunque vitali, ma si configura la più grave delle patologie con cui siamo chiamati come Paese civile a fare i conti: quella che penso possiamo chiamare la 'patologia dell'anti-politica'».




Unione europea. Ultimamente vediamo «svalutazioni sommarie e posizioni liquidatorie» rispetto all'Unione Europea: «Gli ingredienti dell'anti-politica si sono confusi con gli ingredienti dell'anti-europeismo». A tutto ciò «hanno certamente contribuito miopie e ritardi delle istituzioni comunitarie insieme a calcoli opportunistici degli Stati membri».
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