Reduce dall'avventura sanremese la prof. di Amici Grazia Di Michele ha realizzato un bel disco, elegante, raffinato e tosto di quelli, come dice lei, che vanno ascoltati, studiati, digeriti. Titolo: Il mio blù, raccolta di canzoni (tutte sue) con una sofisticata confezione jazzistica (al suo fianco c'è il trio del pianista Paolo Di Sabatino) e alcune preziose collaborazioni come quella con uno degli autori migliori che ci siano in circolazione, Mario Venuti.
Grazia è venuta a presentare il disco al Messaggero tv, prima di riprendere il suo posto nell'edizione serale del talent di Canale 5 e prima di mettersi in viaggio con tour che sta congegnando assieme al suo complice festivaliero Mauro Coruzzi, più noto come Platinette. «Stiamo pensando – racconta – a un giro teatrale in cui mettere accanto alle canzoni dei testi, ma provando anche a divertire il pubblico».
La vicenda sanremese con una canzone coraggiosa come "Io sono una finestra", sul tema della diversità, è andata meglio di quanto si aspettasse: «All'inizio c'era qualche timore, anche perché qualcuno ha cominciato a parlare di speculazione su un tema delicato.
In realtà, con Mauro Coruzzi, Grazia Di Michele si è tenuta assai lontana dal clima rovente della gara, un po' come aveva fatto nelle sue altre partecipazioni al Festival. Episodi lontani, si va indietro ai primi anni Novanta: «La prima volta fu con una canzone dedicata alle incomprensioni fra me e mio padre» racconta, confermando come il suo ruolo nel Sanremo, dove spopolano le canzoni che parlano d'amore nel modo più banale possibile, sia sempre stato quello della cantautrice pronta comunque a sollevare temi che riguardano la vita reale. «Nel 93 tornai in coppia con Rossana Casale e un pezzo che si chiamava Gli amori diversi», quasi un richiamo a quello che avrebbe riproposto ventidue anni dopo con "Io sono una finestra".