Prima di entrare in campo Salah è sparito per qualche minuto nello spogliatoio costringendo Montella a ritardare il cambio: «Forse è andato a pregare e ha fatto bene» ha sorriso il tecnico. In realtà dal clan viola precisano che più che quella religiosa è stata una necessità fisiologica. Anche se ciò non offusca la profonda fede che il giocatore, musulmano, ha già mostrato di avere: ad ogni gol si inginocchia per omaggiare Allah. La sua origine lo ha portato a scegliere la maglia 74 in omaggio al numero delle vittime della strage di Porto Said. La sua fede religiosa e la sua appartenenza culturale sono state a volte all'origine di alcune critiche, come quando fu accusato - erano i tempi del Basilea - di non aver stretto la mano ai rivali del Maccabi. Tanto da sollevare la protesta di alcuni rappresentanti
della comunità ebraica quando il suo nome era stato accostato alla Roma. «Ma io giocai quella partita senza alcun problema», aveva precisato Salah al suo arrivo a Firenze.
Lo spogliatoio multirazziale della Fiorentina lo ha aiutato ad ambientarsi in fretta insieme alla curiosità per il calcio italiano e i metodi di lavoro con tanta palla di Montella. Comunica con alcuni compagni in inglese, con altri come El Hamdaoui in arabo e nel frattempo ha iniziato a studiare l'italiano. Ha scelto di vivere vicino a Palazzo Vecchio con la famiglia che lo sta raggiungendo da Londra e si sta sempre più innamorando della città. Fino a giugno sarà il Chelsea a pagare a Salah lo stipendio poi la Fiorentina potrà rinnovare il prestito fino al 2016 sborsando al club inglese un milione di euro: scontato che i Della Valle lo faranno. Per riscattarlo interamente invece ci sarà da pagare circa 20 milioni (compresi bonus legati a obiettivi e rendimento): è la cifra stabilita dal Chelsea. Ma ci sarà tempo. Nell'attesa Firenze e la Fiorentina si godono il 'Messi d'Egittò col quale ora puntano a colpire Juve, Lazio e
Roma, prossime rivali tra campionato e coppe.
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