Lo stop al South Stream e la necessità di ripensare allo sfruttamento del gas in Adriatico

Lo stop al South Stream e la necessità di ripensare allo sfruttamento del gas in Adriatico
di Gianni Bessi*
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Venerdì 5 Dicembre 2014, 15:16 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 16:17
Il tema energia continua a tenere banco, come è giusto che sia, visto gli effetti che le tensioni internazionali producono sul mercato. Ultima notizia in ordine di tempo il "niet" di Putin e le conseguenze su Saipem - società del gruppo Eni - che aveva vinto una commessa da 2,4 miliardi per la costruzione del primo tratto del gasdotto South Stream.



Come dice il vecchio maestro Shifu (Kung Fu Panda) "il caso non esiste" e il conseguente calo del titolo (meno 11%) potrebbe avvantaggiare i russi di Rosneft, interessati a comprare una quota della stessa Saipem. Mentre l'Europa gioca alle "sanzioni" con la Federazione Russa, la geopolitica ci insegna che sul tema dell’energia si gioca il futuro delle nazioni: ecco perché la Cina ha deciso di avviare i lavori di costruzione del gasdotto "Forza della Siberia" con la Russia, un’intesa che vale 400 miliardi di dollari.



Le continue tensioni internazionali non implicano solo un problema d'approvvigionamento energetico (la dipendenza dell'Unione Europea da un’importazione di energia superiore al 50%) ma comportano un problema per tutto il "sistema" delle aziende made in Italy che operano nell'offshore e nell'esplorazione e che sono coinvolte in importanti progetti strategici come il Gasdotto Tap.



Si rende necessario, oggi più che mai, compiere ulteriori progressi. Un "piccolo" contributo sull'utilizzo delle fonti energetiche esistenti e di quelle rinnovabili viene da Ravenna, sede di uno dei distretti più importanti al mondo, dove è stato compiuto un importante passo avanti lungo la strada che ho cercato più volte di approfondire e suggerire.



In sintesi, a Ravenna è stato firmato il 10 ottobre scorso un documento di intenti fra istituzioni e associazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori per un nuovo approccio sulle questioni energetiche, che punti sia al sostegno delle fonti rinnovabili sia, cosa che rappresenta un passo avanti rispetto ai recenti scenari, alla verifica della possibilità di sfruttamento dei giacimenti di gas in Adriatico, ovviamente nel rispetto degli equilibri ambientali e sociali.



In qualità di vicepresidente della Provincia, ho contribuito alla messa a punto dei contenuti che sono ben sintetizzati nel titolo del documento: ‘Efficienza, rinnovabili e metano per una nuova fase di sviluppo’. Sono, del resto, i temi su cui da mesi sto intervenendo e mi sto impegnando perché ritengo che siano fra gli argomenti indispensabili per una possibile ripresa del nostro Paese.



Il concetto cardine del documento è la frase ‘una nuova fase di sviluppo’: sono convinto che sulla partita dell’energia si giocheranno molte possibilità di ridare respiro all’economia e alla società italiana.

Non mi stancherò di ripetere che l’esperienza di Ravenna nel settore energetico e industriale dimostra come, in questa fase di transizione, vi sia spazio per una sinergia nell’utilizzo di fonti rinnovabili e gas metano. Ora, il documento firmato e inviato al Governo dà concretezza a quell’ipotesi, perché indica chiaramente che quella strada trova concordi le forze coinvolte nel processo di sviluppo del territorio. È un grande passo avanti.



Da queste premesse, nasce l'invito al presidente Renzi e al Ministro Guidi a venire a Ravenna il prossimo anno a marzo all’Offshore Mediterranean Conference - OMC - ad incontrare le realtà che da decine di anni stanno continuando a tenere alto il prestigio italiano all’estero nel settore offshore. Perché in nessun altro luogo come all'OMC risulta chiaro che ‘energy never sleeps’. Il che significa non solo che l’energia è ‘con noi’ in ogni momento della giornata, che è un elemento insostituibile per la nostra vita, ma anche che non ci si può mai fermare nella ricerca di fonti energetiche, tradizionali e alternative.



*Vice Presidente Provincia Ravenna
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