Via la Panda di Marino dal Senato. Il prefetto: non ci sono più pericoli

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino
di Simone Canettieri
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Giovedì 30 Ottobre 2014, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 13:34
La sua Panda non è più in pericolo e quindi può fare a meno di parcheggiare nell'area di sosta del Senato. Dopo quattordici mesi si conclude una faccenda diventata quasi un caso di Stato, visti i protagonisti in campo: sindaco, presidente del Senato e prefetto.

Alla fine Ignazio Marino toglierà la propria auto, una Panda rossa, dal parcheggio riservato ai senatori in piazza San Luigi dei Francesi. Il perché lo ha spiegato il prefetto Giuseppe Pecoraro: «Sono venute meno le esigenze che avevano a suo tempo determinato l'adozione di minime misure prudenziali: nell'arco di tempo intercorso dal provvedimento non sono stati registrati pericoli per il sindaco e i suoi familiari». Traduzione: c'è da spostare una macchina.



Il parere di Palazzo Valentini è contenuto nella risposta che il sottosegretario all'Interno, Gianpiero Bocci, ha dato al senatore Andrea Augello (Ncd), autore di interrogazioni e flash mob contro il parcheggio, «in presunto fuorigioco di privilegio», del primo cittadino. Un caso che nelle settimane scorse aveva raccolto anche le firme, bipartisan, di trenta senatori. Dal Campidoglio hanno appreso la notizia «con stupore» e nei prossimi giorni il sindaco provvederà a togliere la macchina dalla piazzola videosorvegliata davanti a Palazzo Madama. Questa mattina il presidente del Senato Piero Grasso prima affronterà la questione con il prefetto Pecoraro, poi in tempi rapidi provvederà alla revoca dell'autorizzazione.



Soddisfazione per Ncd di Roma: «Il sindaco deve dire addio a questo privilegio e rassegnarsi a trovare un'altra soluzione per posteggiare: magari pagando un garage». Anche perché i romani intanto «hanno dovuto fare i conti con i rincari per la sosta delle auto: fino a 240 euro al mese per parcheggiare».



LA STORIA

Il caso scoppiò nel maggio 2013, quando il chirurgo dem si dimise da senatore dopo l'elezione in Campidoglio. Ma conservò la possibilità di parcheggiare la sua Panda rossa nelle area riservata ai senatori, nei pressi di Palazzo Madama, controllata h24 dai carabinieri in garitta. Una opportunità che gli concesse il prefetto Pecoraro dopo alcuni atti vandalici subiti dall'utilitaria. Quindi per motivi di sicurezza Pecoraro chiese a Grasso il permesso di far parcheggiare l'auto del sindaco in piazza San Luigi dei Francesi. Una disposizione che non è mai andata giù a molti senatori, tanto che dopo varie battaglie e interrogazioni dieci giorni fa è arrivata anche una lettera all'inquilino di Palazzo Madama firmata dai gruppi di Ncd, FI, M5S, Sel, Lega, Popolari per l'Italia, Scelta Civica con questo coro: Marino, togli il pandino. Martedì con la risposta del sottosegretario Bocci a D'Augello la svolta. «Non ci sono più pericoli per l'auto», dicono dalla Prefettura. E la notizia viene accolta «con stupore» dal Campidoglio, che «prende atto del ripensamento». Una retromarcia che invece Marino non sta avendo con la trascrizione delle nozze gay nonostante il no del prefetto. Ma forse questa è un'altra storia o un nuovo capitolo di uno scontro in atto.