Il Quarto Reich di Feltri e Sangiuliano, la minaccia arriva anche dalle banche

Il Quarto Reich di Feltri e Sangiuliano, la minaccia arriva anche dalle banche
di Carmine Castoro
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Mercoledì 24 Settembre 2014, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 17:27
Esistono due guerre e due modi di disporre gli eserciti in campo. Nella prima dominano il rumore sordo dei cacciabombardieri, il sibilo dei proiettili, le grida strazianti dei caduti e delle vittime innocenti. Nella seconda, dispositivi apparentemente più soft, dal potere invisibile, ma non meno penetrante e devastante, come l’economia, le strategie di controllo delle masse e dell’opinione pubblica, l’impero delle banche e di una moneta forte rispetto a quella degli altri paesi, fanno sì che al benessere, se non all’opulenza, incontrastato degli uni corrisponda la soggezione, l’incubo della povertà e della recessione per gli altri, condannati questi ultimi a un ruolo di rincalzo, di allineamento, di obbedienza senza discernimento.



Da questo assunto, applicato agli attuali rapporti di forza che riguardano l’Unione Europea, la Germania della cancelliera di ferro Merkel e il nostro alquanto sventurato Paese, partono Feltri e Sangiuliano, oramai “ditta” letteraria di gran successo, per inseguire le tracce di una sorta di “utopia nera”, quella di un ipotetico Quarto Reich, neanche tanto lontano dall’installarsi, e che potrebbe riportare le lancette della storia indietro, a quel famigerato Terzo Reich di Hitler che santificò il suo assolutismo alle porte della seconda Guerra mondiale sospingendo i suoi stessi cittadini-sudditi e realtà geopolitiche ed etniche circonvicine in un baratro di diritti amputati, persecuzioni razziali, veri e propri stermini e aberrazioni che la memoria non dimentica, ed è tenuta a non dimenticare.



Con la differenza che tutto questo che qualche decennio fa si otteneva con autentici bagni di sangue, messianismi ideologici urlati alle piazze e col fragore delle armi, oggi è frutto di politiche monetarie espansioniste, egemonie che non disdegnano analoghi diktat dagli echi lontani ma attualissimi, e della rinuncia, soprattutto, a quel patto, neanche tanto tacito, di solidarietà e civile composizione degli interessi nazionalistici e di parte che l’UE si era data sin dalla fase della sua fondazione, e senza immaginare ancora – o forse solo i più avveduti cominciavano a capirlo – cosa avrebbe significato, in termini di gerarchie internazionali e sconquassi socio-economici, il passaggio alla moneta unica, all’euro.



Lettere riservate a capi di governo, telefonate segrete alle più alte cariche di Stati sovrani, pressioni esercitate in mille modi da poteri forti che si muovono al di fuori e al di sopra delle elementari regole democratiche. La storia del ruolo svolto in questo inizio secolo dalla Germania in Europa, e in particolare nell'Unione europea, è ancora tutta da raccontare, soprattutto in relazione alle vicende politiche dell'Italia, il paese che per decenni è stato suo partner amichevole ma anche temibile concorrente economico sui mercati mondiali. Di questa storia, Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano tracciano qui il quadro generale e non esitano a parlare, appunto, di Quarto Reich, una formula che, lungi dall'essere una banalizzazione giornalistica, è la sintesi estrema, e forse inquietante, della situazione venutasi a creare nell'area euro.



In un decennio, infatti, grazie alla moneta unica e alla gabbia istituzionale dell'Unione, la Germania è riuscita a costruire sul Vecchio Continente una condizione di predominio economico e di egemonia politica. L'impossibilità di dissentire sulle leggi del rigore dettate dagli euro-burocrati e ispirate da Berlino ha privato gli altri paesi membri di ogni reale sovranità economica e ha concentrato tutto il potere decisionale nelle mani delle élite e delle strutture comunitarie. Ma se per i cittadini tedeschi l'era del Quarto Reich significa benessere, lavoro e crescita, per le altre nazioni, soprattutto del Sud Europa, vuol dire miseria, disoccupazione e crescita azzerata. Come sperimentano ogni giorno sulla loro carne viva milioni di europei, stretti nella morsa di una crisi economica decisamente più grave e prolungata di quella del 1929. Così, se non ci sarà un radicale riequilibrio dei rapporti di forza all'interno dell'Unione europea e non si riconoscerà pari dignità alle diverse esigenze degli Stati che ne fanno parte, cioè se all'”Europa germanica” non subentrerà una “Germania europea” (Thomas Mann), la cancelliera Angela Merkel, donna di ferro della politica globale, passerà alla storia per aver realizzato quel sogno egemonico sempre coltivato dal popolo tedesco, che nel secolo scorso si è infranto solo contro l'implacabile verdetto di due tragiche guerre mondiali.



Vittorio Feltri è editorialista del Giornale, di cui è stato direttore. In precedenza ha diretto L'Europeo e L'Indipendente. Nel 2000 ha fondato il quotidiano Libero, di cui è stato direttore e editore. Da Mondadori ha pubblicato “Una Repubblica senza patria” (2013), con Gennaro Sangiuliano, attuale vice direttore del Tg1, collaboratore del Sole24Ore e dell’Espresso. Sangiuliano accanto alla professione giornalistica è impegnato nell'attività accademica in materie economico-giuridiche: insegna presso la facoltà di Economia de La Sapienza e presso la facoltà di Giurisprudenza della Lumsa.



V.Feltri – G.Sangiuliano “Il Quarto Reich” (Mondadori, pagg. 128, euro 17)